MILAN NEWS – Tutto è cominciato da quando il Milan è uscito sconfitto pesantemente dalla Lazio in un Olimpico bagnato di metà settembre. Biglia fischiato, Cutrone impalpabile e rivoluzione tattica immediata, col passaggio dal 4-3-3 alla linea difensiva a tre uomini.
Da quel giorno il Milan, come scrive la Gazzetta dello Sport, è entrato in un frullatore di formazioni diverse, turnover e tanti esperimenti non ancora terminati. Vincenzo Montella monta e smonta senza tregua, segno della poca sicurezza nel trovare una vera e propria formazione titolare di base. Dal 4-3-3 utilizzato lo scorso anno si è passati al 3-5-2, fino al 3-4-2-1 con due mezze punte ad agire dietro un solo attaccante. Ma è anche l’uso particolare di alcuni elementi singoli da parte di Montella che ha fatto in qualche modo discutere.
Già il mercato estivo del Milan era nato sotto il segno della duttilità; basti pensare agli acquisti di Rodriguez, Calhanoglu o Borini, calciatori che in carriera hanno cambiato ruoli e posizioni di partenza con assoluta frequenza. Napoli-Milan è stata la sintesi di un pensiero sperimentale ancora non decaduto: Montella ha messo in campo una squadra ibrida e dinamica, con Borini a fare il terzino all’occorrenza, Bonaventura largo a sinistra e Locatelli come trequartista istantaneo.
Tanti, troppi esperimenti che alimentano la polivalenza della rosa milanista ma danno pochi punti di riferimento al gruppo; l’esempio perfetto è Fabio Borini: nato centravanti, trasformatosi negli ultimi anni in ala d’attacco, ora è stato rilanciato da esterno difensivo, con spunti più da terzino che da attaccante. Ma la duttilità non può bastare al Milan per tornare in auge in alta classifica.
Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it