MILAN NEWS – Perdiamo tutti. Perde la Nazionale che non va ai Mondiali come accadde soltanto una volta, ben 50 anni fa. Perde la Federcalcio, incapace di gestire, controllare e supervisionare il tutto. Perdono i presidenti, i club, i giocatori, insomma tutto il sistema calcio del Belpaese.
Lo 0-0 di ieri contro la Svezia a San Siro è solo la goccia che fa traboccare un vaso già colmo di delusioni, riempito dalla vergogna della sconfitta di Madrid a settembre scorso, quando la Spagna umiliò un’Italia lontanissima parente di quella che invece, ad Euro 2016, fu in grado di batterla sul campo. La Nazionale azzurra è stata vittima di un crollo verticale consumatosi in realtà negli ultimi 11 anni, dall’ultimo Mondiale vinto l’Italia non è mai più tornata ai livelli di top-team. Non a caso nelle ultime due rassegne internazionali (2010 e 2014) gli azzurri non hanno mai neanche superato il girone di qualificazione.
Oggi siamo al punto più basso per il nostro sistema, toccato il fondo da una Nazionale che di qualità ne avrebbe ma che pecca in tutto il resto: disorganizzazione, mancanza di leadership, impossibile ricambio generazionale. E il c.t. Giampiero Ventura pagherà per tutti, dimettendosi o venendo deposto entro domani. Decisione giusta ma solo parziale: servirebbe una rivoluzione totale per ripristinare il calcio in Italia, partendo dalle strutture federali e passando dalla gestione dei vivai nostrani.
La Gazzetta dello Sport parla di grandi nomi, da Conte ad Ancelotti o Allegri e Mancini. Ma scegliere un nuovo commissario tecnico sarà soltanto risolvere parte del problema. Urge un’Italia nuova, giovane, con la mentalità della grande squadra, senza pensare nostalgicamente ai campioni che indossarono questa maglia e adattarsi al calcio del futuro. Solo dalle ceneri si può risorgere, e da ieri la Nazionale e il calcio in generale per gli italiani è già andato in fumo.
Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it