Fassone: “Vi spiego il progetto Milan, tra Cina e marketing”

David Han Li Marco Fassone
David Han Li e Marco Fassone (©Getty Images)

MILAN NEWS – Nella lunga intervista concessa a La Stampa l’a.d. rossonero Marco Fassone non può non focalizzare la propria attenzione anche sui progetti finanziari del nuovo Milan, essendo parte centrale dello sviluppo del club.

Dopo aver chiarito il suo pensiero sull’aspetto tecnico, Fassone ha parlato in primis del debito che il club ha con Elliott Management, fondo statunitense che in primavera ha prestato più di 300 milioni a Yonghong Li per ultimare il closing; nessun rischio secondo l’a.d. milanista in questo senso: “Il progetto, parlo per quello che riguarda il Milan, è di saldare tutto in anticipo, già in primavera. Abbiamo sul tavolo svariate opzioni che stiamo valutando con attenzione. Diciamo che il fascicolo Milan è su molte scrivanie, per avere un percorso di rientro meno sfidante dell’attuale. Scetticismo? Io dico solo che la proprietà quest’anno ha fatto un aumento di capitale di 49 milioni e non sono soldi prestati all’Ac Milan. E presto ne farà un altro. L’obiettivo è triennale, far crescere i ricavi e poi mettere sul mercato azionario, alla Borsa di Hong Kong, una fetta della società”.

Fassone spiega poi il progetto del Milan per aumentare il fatturato, spostando anche l’attenzione sul mercato orientale: “Normalmente ci sono tre gambe che sostengono un club. I diritti
tv, i ricavi dallo stadio e dal merchandising. Noi ne abbiamo una quarta, il lavoro sul territorio cinese. Il nostro lavoro partirà dal basso, un lavoro con gli istituti scolastici governativi compatibile con il modello didattico cinese. Come guadagneremo? Con merchandising e licensing. La scelta delle scuole è appena partita, se ne sta occupando una newco con sede a Pechino, la AC Milan Beijing Sport development. Il Fair Play Finanziario non ci spaventa, a luglio i nostri progetti erano frecce tracciate sui fogli di carta. Ora è tutto più definito. Siamo fiduciosi”.

La chiusura è sul passato, sull’era Berlusconi che è spesso un termine di paragone eccellente ma scomodo per il nuovo Milan che sarà: “È stato il Milan per 30 anni. Impossibile ignorarlo. E nessuno qui vuole farlo anche se il modo di gestire una società è decisamente cambiato. Ogni tanto mi chiama e mi dice quello che sapete anche voi: le sue critiche sono sempre importanti, anche se non sempre condivisibili”.

 

Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it

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