NEWS MILAN – Paolo Maldini è un’autentica leggenda rossonera. I suoi numeri da record parlano da soli. Un grande fuoriclasse, amato non solo dai milanisti ma da tanti tifosi appassionati di calcio e di figure come lui, che incettano l’ammirazione di tutti.
L’ex capitano del Milan ha concesso un’intervista molto bella e lunga al Corriere dello Sport nella quale ha ripercorso un po’ la sua carriera, arrivando fino a commentare il calcio di oggi. Le sue parole vengono sempre lette e molto ascoltate, perché non vengono da una persona qualunque ma da un rappresentante importante della storia di questo sport.
Maldini ha iniziato parlando degli allenatori principali avuti nel corso della sua esperienza da giocare del Milan: “Liedlholm è stato fondamentale, ha creduto in me quando avevo solo sedici anni. Avevo parecchia pressione su di me e non mi rendeva sempre sereno. Lui mi diceva sempre ‘Non ti preoccupare, il calcio è un gioco, sei forte, divertiti’. Sacchi era maniacale su tutto. La svolta della mia carriera è avvenuta con lui. Capello mi ha insegnato ad essere giocatore, mi ha fatto fare il passaggio da ragazzo a uomo. I suoi consigli possono sembrare molto pratici, ma li porti dentro tutta la vita”.
Paolo ha parlato anche di Carlo Ancelotti, che è stato prima suo compagno di squadra e poi suo allenatore in rossonero: “Una persona straordinaria, veramente fuori dal comune. Credo che a lui abbiano giovato le esperienze fatte con vari tecnici. Sembra aver preso il meglio da ciascuno”.
Alla leggenda del Milan viene domandato perché una figura come lui non abbia un ruolo nella società rossonera o comunque all’interno del calcio italiano: “No, non è così strano. Innanzitutto perché è una mia scelta, di vita. Io sono stato così legato alla maglia del Milan ed è difficile per me vedermi in qualsiasi ruolo con un’altra squadra, salvo la Nazionale. Quindi le opportunità per entrare nel calcio sono, anche per mia scelta, molto limitate”.
Inevitabile chiedere a Maldini un pensiero sul Milan attuale, che è in ricostruzione dopo anni lontano dai vertici italiani e internazionali: “E’ una squadra che ha comprato undici giocatori nuovi, credo ci sia bisogno comunque di tempo per riuscire a comporre una squadra vera. Probabilmente gli obiettivi che sembravano facilmente alla portata inizialmente, diventano comunque complicati”.
Domani a San Siro si gioca il derby Inter-Milan, sul quale Paolo commenta così: “Sono due squadre che non hanno ancora espresso il loro potenziale. L’Inter ha avuto risultati, ma poco gioco. Il Milan non ha avuto risultati, se non con piccole squadre. Quindi a livello psicologico l’Inter è avvantaggiata, la sua vittoria non dico che potrebbe estromettere dalla corsa Champions League, ma diventerebbero 10 i punti tra i nerazzurri e il Milan”.
Redazione MilanLive.it