Berlusconi, dall’amore al malumore: cosa non va nel nuovo Milan

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi (foto acmilan.com)

MILAN NEWS – Non c’è cosa peggiore che rinunciare o cedere qualcosa controvoglia, come un sacrificio indispensabile ma assolutamente non voluto. Lo sa bene Silvio Berlusconi, che sei mesi fa cedeva il Milan come gesto obbligatorio.

Il Cavaliere fino a poco tempo fa pensava di restare proprietario del Milan per sempre, avendo instaurato un legame atavico e sanguigno con i colori rossoneri. Ma per esigenze personali e finanziarie ha dovuto dire sì all’ipotesi cinese, soprattutto dopo i problemi non banali al cuore. Come riporta la Gazzetta dello Sport, ieri Berlusconi è tornato a parlare di Milan, con perplessità e con un certo malumore: la gestione della proprietà cinese non gli va giù, complice l’andamento ondivago della squadra.

Da Montella a Bonucci, tutti i malumori di Berlusconi

I concetti cardine del suo discorso negativo sul Milan odierno sono quattro. Il primo riguarda il mercato, ricco ma confuso, effettuato dal duo Fassone-Mirabelli: “Non si era mai visto in una squadra il cambio di 11 giocatori. Con tutti quei soldi non si poteva acquistare un top player?”. Poi sulla scelta di Vincenzo Montella come allenatore ideale: “Volevo che sulla panchina restasse Brocchi. Ma ero in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte. E mi dissero Montella”. Terzo punto discusso è sulla gestione dei calciatori: “Spiegatemi come possono restare in panchina Suso e Bonaventura“. Infine non convinto dalla nomina di Leonardo Bonucci come capitano: “E’ stata data la fascia da capitano a un calciatore che per anni è stato la bandiera della Juve. C’è Montolivo, andava affidata a lui”.

Senza dimenticare il dispiacere per l’abolizione del ‘Trofeo Berlusconi’, appuntamento fisso che l’ex presidente pretendeva si disputasse a San Siro nel pre-campionato, ma ora caduto nel dimenticatoio. Berlusconi non è adirato con qualcuno in particolare e non ha litigato con nessuno dei nuovi dirigenti. Ma il rifiuto a restare presidente onorario senza potere decisionale era già stata un’avvisaglia enorme: il Cavaliere non sente più suo questo Milan e si comporta da tifoso medio, critico e convinto solo dai risultati.

 

Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it

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