NEWS MILAN – Massimiliano Mirabelli è stato un indiscusso protagonista dell’ultima sessione estiva del mercato, avendo messo a segno assieme a Marco Fassone ben undici colpi in entrata e anche tante operazioni in uscita per il club rossonero.
Sono stati mesi intensi per il direttore sportivo del Milan, che alla sua prima grande esperienza ad alti livelli da dirigente ha saputo farsi apprezzare dai tifosi sia per le trattative svolte che per i suoi modi. L’inizio dell’avventura in rossonero è positiva, anche se poi saranno il campo e i risultati a dire se il lavoro svolto è stato giusto o meno.
Mirabelli ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Quotidiano del Sud, affrontando diversi interessanti argomenti. Innanzitutto si è parlato di come ha conosciuto Marco Fassone, amministratore delegato del Milan: «Fassone l’ho conosciuto all’Inter. Lì sono arrivato e avuto la fiducia di Piero Ausilio. Il mio ruolo era di capo osservatore, ma, da subito, ho avuto uno splendido rapporto anche umano con Fassone che all’Inter ricopriva il ruolo di direttore generale. Mi consultavo quotidianamente con lui: lunghe telefonate tra segnalazioni di giocatori promettenti e tanto altro. Poi quando è stato allontanato dall’Inter subito mi ha detto una cosa: dove vado ti porto con me. Così è stato. Posso aggiungere che lavorare con lui è un piacere perché per me non è umano, ma un vero e proprio extraterrestre».
Per diversi mesi Mirabelli è stato messo in stand-by perché non era certo che il closing della cessione del Milan da Silvio Berlusconi a Yonghong Li sarebbe andato in porto. Lui racconta così quel periodo: «Ricordo a tutti che avevo un contratto con l’Inter, quindi se non si chiudeva l’affare… Poi il mio tempo l’ho passato negli stadi di Europa. Ho visto partite, partite e ancora partite. Concentrato sempre e unicamente a vedere giocatori che potevano far parte di un progetto che per fortuna è partito».
Mirabelli ha spiegato come sia lavorare con i cinesi, nuovi proprietari del Milan, anche se poi sul piano delle decisioni sportive sono lui e Fassone a gestire il tutto: «Hanno le idee chiare. Vanno sempre diritti per la loro strada e non rispondono a nessun tipo di provocazioni o note stonate sulla stampa. Preferiscono, insomma, arrivare diritti al risultato. La loro ambizione è quella di riportare il Milan sul tetto del mondo entro cinque anni. Noi subito gli abbiamo detto che non sarà facile, ma siamo il Milan calcio e abbiamo il dovere di provarci».
Il progetto rossonero è avviato e ci sono ambizioni importanti. Il direttore sportivo milanista non nasconde il proprio sogno: «Regalare presto ai tifosi del Milan quella musichetta della Champions. Questo adesso è il mio più grande sogno».
Redazione MilanLive.it