MILAN NEWS – Massimiliano Mirabelli è, insieme a Marco Fassone, il protagonista della grande rivoluzione in atto da mesi in casa rossonera. Dopo il closing di aprile, la nuova dirigenza ha deciso di dare una svolta decisa al club.
Il direttore sportivo rossonero è stato intervistato da SportWeek, allegato del sabato della Gazzetta dello Sport, ha parlato del suo arrivo al Milan come una scommessa praticamente: “Dico la verità, quando Fassone mi ha proposto di seguirlo ho detto sì a lui, più che al progetto. Siamo stati in ballo per mesi, prima che la nuova proprietà rilevasse il club da Silvio Berlusconi. Poteva anche andare tutto all’aria. Ma ormai io e Fassone avevamo deciso di diventare una coppia di fatto”.
I mesi e le settimane pre-closing erano stati pieni di dubbi e si è temuto che tutto saltasse. Ma alla fine Yonghong Li è riuscito a comprare il club e il duo Fassone-Mirabelli ha potuto cominciare il proprio lavoro, dopo aver lavorato per diverso tempo nell’ombra e lontani dai riflettori.
Mirabelli spiega qual è la filosofia del nuovo Milan anche nei confronti della tifoseria: “Essere trasparenti coi tifosi. Sui social e non solo spieghiamo loro chiaramente come ci muoviamo e in quale direzione. Facciamo tutto alla luce del sole, a partire dalla sede delle trattative di mercato: a casa nostra, Casa Milan. All’inizio dirigenti e procuratori non sapevano neanche l’indirizzo. Il fatto è che noi non andiamo a nasconderci negli alberghi o nei ristoranti per trattare un giocatore. Non abbiamo segreti. Poi può anche andare male, ma io ho imparato che anche da una sconfitta puoi uscire vincitore, se hai tenuto la schiena dritta. E tenere la schiena dritta è un altro impegno preciso ne confronti di chi ci sostiene”.
Trasparenza e schiena dritta, due principi base del nuovo Milan. E anche niente ricatti dagli agenti, come spiega bene il direttore sportivo rossonero: “Rispettiamo il lavoro di tutti, ma non vogliamo essere sottoposti a ricatti. Le commissioni ai procuratori vanno pagate in un certo tipo di affari, quando cioè il giocatore si trasferisce da una società all’altra e non quando c’è un rinnovo”.
Un segno di rottura rispetto alla gestione di Adriano Galliani negli ultimi anni, quando il mercato del Milan si faceva soprattutto con agenti e intermediari che proponevano vari calciatori. Mirabelli non critica l’operato precedente ma sottolinea il suo modo di agire: “Noi preferiamo sbagliare dopo aver visto con i nostri occhi. Visioniamo più volte un giocatore prima di decidere se fa al caso nostro. E solo dopo chiedo chi è il suo procuratore. Non è l’agente che mi propone il suo assistito”.
Inevitabile parlare anche del rinnovo di contratto di Gianluigi Donnarumma, operazione complicatissima che alla fine la dirigenza milanista è riuscita a concludere blindando il 18enne portiere: “Considero il suo rinnovo pari a un acquisto ed è quello che finora mi ha dato maggiore soddisfazione. Alla fine siamo riusciti a firmare il rinnovo alle nostre condizioni. Gigio ha rinunciato a tantissimi soldi. L’offerta del PSG di 14 milioni era vera. E non solo quella”.
Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)