MILAN NEWS – Non si è fatta attendere la risposta di Marco Fassone alle dichiarazioni di Mino Raiola sul mancato rinnovo di Gianluigi Donnarumma con il Milan. Inevitabile che anche l’amministratore delegato rossonero replicasse con la propria versione, dopo aver già parlato giovedì in conferenza stampa.
Il dirigente del club di via Aldo Rossi ha parlato ai microfoni di Corriere.it e ha così iniziato il proprio intervenot sul mancato accordo con la controparte: «Come società non so davvero cosa potessimo fare di più per trasferire a Gigio e alla sua famiglia il desiderio, il piacere che lui restasse. Glielo abbiamo trasmesso ogni volta che ci abbiamo parlato. Dico di più. Se per caso ci ripensasse, non solo sarebbe accolto a braccia aperte dal Milan società, ma alla fine credo anche dai tifosi del Milan».
Si è parlato di minacce nei confronti di Donnarumma per farlo rinnovare, altrimenti sarebbe rimasto in tribuna per tutta la stagione fino alla scadenza del contratto. Ma Fassone smentisce nettamente: «Nessuna minaccia. La nostra posizione è chiara: Donnarumma per la proprietà è incedibile, perciò farà la prossima stagione al Milan. Deciderà l’allenatore Montella settimana dopo settimana, per me può anche giocare tutte le partite».
L’amministratore delegato del Milan è molto dispiaciuto per quanto successo e non gradisce come si è comportata la controparte in questa trattativa delicata: «L’amarezza deriva dalla sgradevolezza con cui è stata condotta la cosa. Si poteva fare senza danneggiare la società, andandosene così ha fatto un danno di 100 milioni al Milan. Se Donnarumma vale così tanto a 18 anni lo deve anche a questa società, agli investimenti che sono stati fatti, al coraggio di chi lo ha lanciato in prima squadra. Bastava che ci dicesse che non voleva restare, avremmo rinnovato con una clausola rescissoria ragionevole. E se fosse arrivato il club più importante del mondo, anche questa estate, avrebbe dovuto pagare al Milan questa cifra. Così quello che il Real non paga a me entra nelle tasche del procuratore. Io però lo avrei reinvestito nel calcio italiano».
Fassone aveva incassato la volontà di Donnarumma di prolungare il contratto con il club, mentre Raiola si esponeva diversamente quando veniva interpellato: «Ogni volta che gli abbiamo parlato, a quattr’occhi o per telefono, ci ha sempre ripetuto di voler rimanere. Fino a due giorni prima dell’ultimo incontro con Raiola. Il quale, invece, devo dire ci ha sempre detto che non era disponibile a trattare con i nostri tempi. Due versioni opposte».
Al dirigente rossonero viene domandato se poteva agire in maniera diversa a livello di tempistica, lasciando più tempo di pensare a Donnarumma e Raiola sulla decisione di rinnovare il contratto: «No, Gigio è in scadenza, io devo poter intervenire in tempo sul mercato. Il raduno è il 3 luglio, due settimane sono il minimo. Se mi avesse detto a metà agosto che non voleva rinnovare, io che avrei fatto? È una cautela che fa parte della normale pianificazione di un buon dirigente. E poi hanno avuto due mesi per pensarci».
Redazione MilanLive.it