MILAN NEWS – Vincenzo Montella è l’artefice maggiore di una stagione che per la squadra rossonera è stata sopra le aspettative. C’era chi la immaginava spacciata in Supercoppa Italiana contro la Juventus e fuori dalla corsa Europa League già a metà campionato, invece ha alzato il trofeo a Doha e si sta ancora giocando la qualificazione europea.
L’allenatore campano è stato molto bravo a dare serenità all’ambiente e a valorizzare al meglio i propri giocatori. Adesso per il Milan c’è di fronte una sfida difficilissima a Torino contro la Juventus, domani, e non partiamo nettamente sfavoriti come in passato visti i recenti precedenti favorevoli. Queste le sue parole a La Gazzetta dello Sport sul tema: «Certo non ci sottovalutano più, ma che siano quasi imbattibili lo dice il campionato. Sarà una partita chiave: decideranno approccio, interpretazione e agonismo che, da parte nostra, dovranno essere sopra la media. Contro la Juve abbiamo vissuto i due momenti più belli della stagione: la vittoria di Doha e quella dell’andata. Stavolta il risultato servirà ancora di più per la classifica»
Montella non ha escluso di potersi sedere sulla panchina bianconera in futuro: «Un professionista all’inizio della carriera non deve precludersi niente, quindi oggettivamente perché no?». Una presa di posizione legittima, anche se intanto speriamo possa restare al Milan per diversi anni.
Il mister non ha nascosto il desiderio di aprire un ciclo vincente in rossonero, anche se ciò non dipende solamente dalla propria volontà ma anche da una condivisione con la società su alcuni aspetti fondamentali: «Mi piacerebbe, l’importante è avere la possibilità di crescere insieme. Vorrei aiutare la squadra a migliorare e vincere ancora, tutto dipende dalla condivisione degli obiettivi e dal sapersi rinnovare».
Si è parlato più volte di un suo possibile rinnovo del contratto nel caso in cui fosse arrivata la nuova proprietà cinese alla guida del club, ma Montella per adesso non ci pensa: «Dipende dalla società, a ognuno il suo lavoro. La domanda non mi è ancora stata fatta. Nel caso, risponderei cercando di capire gli obiettivi, la valutazione che danno della rosa e quello che vogliono da me».
Inevitabile che gli venga chiesto dei suoi rapporti con Silvio Berlusconi, il quale non sembra condividere pienamente alcune scelte tecnico-tattiche dell’allenatore, a partire dal modulo: «Credo sinceramente che il presidente mi stimi. E ho già detto che per avermi fatto allenare la squadra di cui sono tifoso lo ringrazierò sempre. Lui vorrebbe magari Suso seconda punta o De Sciglio centrale ma in generale abbiamo pensieri vicini. So stare al mio posto e non sono io che vado a cercare Berlusconi: mi rapporto quotidianamente con Galliani, che è un grande dirigente. Prima mi chiamava più spesso, ora meno. Ma il mio rispetto è lo stesso, anche se nelle ultime settimane non ci siamo sentiti».
A Montella viene domandato del possibile arrivo di top player in estate in caso di cessione del club ai cinesi. Un nome che gli viene sottoposto è quello di Cesc Fabregas, più volte accostato al Milan nel recente passato «Tecnicamente è fortissimo. Ma avessi 150 milioni ricomprerei i miei, a cui devo tutto. Ognuno è stato a suo modo utile e questo mi soddisfa: a volte abbiamo dovuto fare a meno per infortunio di cinque nazionali italiani e chi ha giocato ha fatto bene lo stesso. Per me i migliori al mondo sono loro e poi… dobbiamo finire il campionato».
Se la società di via Aldo Rossi non venisse ceduta ai cinesi di Sino-Europe Sports, rimarrebbe in mano a Berlusconi e potrebbe così proseguire l’idea di allestire una squadra giovane e italiana. Su questa ipotesi il mister commenta: «L’importante è capire le aspettative e insieme vedere che cosa offre il mercato. Si possono fare buone cose anche senza grande budget, prendendo giocatori adeguati e funzionali».
Infine una battuta sul closing coi cinesi, continuamente rinviato in questi mesi: «“Opening”. Scherzi a parte, qui funziona tutto, dunque nessun alibi».
Redazione MilanLive.it