MILAN NEWS – Kevin-Prince Boateng è aperto una nuova pagina positiva della sua carriera con il trasferimento in Spagna al Las Palmas. Dopo il breve ritorno al Milan, nell’ultima estate ha deciso di provare l’avventura nella Liga e la scelta si è rivelata azzeccata. Per lui 6 gol in 15 presenze in campionato.
E’ uno dei punti fermi della squadra allenata da Quique Setién e che si trova all’undicesimo posto della classifica con 28 punti, +15 sulla zona retrocessione e -7 da quella Europa League. In organico c’è anche una vecchia conoscenza della Serie A come Marko Livaja, ex attaccante di Inter e Atalanta, oltre al noto Jesé Rodriguez (ex Real Madrid, in prestito dal PSG). Boateng in genere viene schierato come esterno destro del 4-2-3-1, anche se è stato pure impiegato a sinistra o addirittura da falso nueve. Pure al Las Palmas è emersa la sua duttilità tattica vista già al Milan.
Come abbiamo accennato a inizio articolo, il 29enne ghanese nel 2016 aveva fatto ritorno al Milan, ma non è stata un’esperienza positiva. Solo 14 presenze, quasi tutte dal minutaggio ridotto, e 1 gol. Alla scadenza del contratto addio senza rimpianti per entrambe le parti. Anche perché Boateng della sua avventura in rossonero ricorda soprattutto gli anni dal 2010 al 2013 con la vittoria di uno Scudetto e una Supercoppa, diverse prestazioni di alto livello, alcuni bei gol e tanti campioni come suoi compagni.
Nell’intervista concessa al The Guardian il giocatore ha ricordato proprio l’esperienza milanese. Ha esordito parlando del suo arrivo nell’estate 2010 dopo il buon Mondiale giocato con il Ghana in Sudafrica. Sembrava dovesse giocare nel Genoa, che lo aveva effettivamente acquistato, e invece poi l’agente gli comunicò che doveva andare al Milan: «Io gli dissi ‘Dai, stai scherzando? Sul serio? Mi piacerebbe’. Sono andato fuori a festeggiare. La mattina dopo, mi chiama alle otto. Ero ancora stanco. Ha detto: ‘Sali in macchina, abbiamo un incontro’ ‘Dove=’ ‘A Milano’ Egli ha chiesto: ‘Ti sei allenato, giusto?’ Ho risposto: ‘Certo’, ma era una bugia perché non mi ero allenato e mi ero goduto la vacanza. Mi disse: ‘Perfetto, perché ho detto che sei un animale.’ E io: ‘Sì, sì’ Oh mio Dio».
Insomma, Boateng rischiava di non presentarsi al massimo della condizione a Milanello. Tra il Mondiale e una vacanza più di divertimento che di allenamento, la sua forma non era al top. Ma al suo arrivo, vedendo tutti quei campioni sicuramente le motivazioni a dare il massimo sono salite: «Erano tutti lì. Ho firmato il giorno dopo Ibrahimovic; anche Robinho firmò. C’era Seedorf, Pirlo, Ambrosini, Gattuso, Ronaldinho, Thiago Silva, Jankulovski. Il mio primo giorno, io ero andato là presto a fare i test e ho visto i nomi. Pensai: ‘Questo è un sogno, questo è uno scherzo’ e ho chiamato mio fratello maggiore: ‘Sono seduto accanto a Pirlo.’ ‘Scatta una foto, scatta una foto’ disse e io poi ‘Ho il vecchio armadietto di David Beckham’. Lui: ‘Stai mentendo’. Ho risposto: ‘Ti mando una foto’».
Grande emozione per Kevin-Prince approdare al Milan e ritrovarsi in una squadra importante con giocatori affermati. Uno di quelli che ricorda maggiormente è senza dubbio Zlatan Ibrahimovic. Di lui spiega: «Credi che sia arrogante e non un bravo ragazzo, ma lui è il contrario. Ride tutto il tempo, fa battute. Sul campo lui è molto serio, molto professionale. Ma fuori di esso, è un ragazzo più divertente che mai». Dietro la facciata da duro, lo svedese nasconde un animo più giocherellone dunque.
Boateng è stato entusiasta di giocare in quel gruppo di campioni, riuscendo anche a dare un contributo importante per le vittorie di Scudetto e Supercoppa Italiana: «Avevano una superstar in ogni posizione, ma la cosa pazzesca era che io stavo giocando. Ho iniziato in panchina, ma ha combattuto. Talento e tecnica tutti li avevano. Forse l’unico con meno tecnica era Gattuso, ma ha correva 120 minuti come uno psicopatico. Dovevo portare qualcosa di diverso, così ho portato spirito combattivo. Corsa, calci, fino al punto in cui la gente disse: ‘E’ il nuovo Gattuso, il nuovo Gladiatore’».
E c’è una figura a cui il centrocampista offensivo ghanese è molto legato, ovvero il presidente Silvio Berlusconi: «E’ stato fantastico. Abbiamo avuto un rapporto speciale, un legame. Lui mi vedeva come una piccola stella e mi ha incoraggiato a tirare fuori quello che avevo dentro. Le mie migliori stagioni sono state a Milano, lui mi ha spinto molto. E sa di calcio, ha vinto 30 titoli. Quando lo incontri, lui brilla. Ti fa sentire che sei speciale. Questo era il suo dono».
Redazione MilanLive.it