MILAN NEWS – Tanta gavetta in provincia, nell’ombra di società piccole dove però si respira l’aria del calcio vero. Da San Marino al Milan, il cammino di Gianluca Lapadula negli ultimi cinque anni è stato praticamente perfetto, quasi a tappe, senza dimenticare le sue vere origini da combattente e giocando sempre con la stessa passione, in qualunque piazza o divisione.
La Gazzetta dello Sport ripercorre oggi la carriera in crescendo di Lapadula, che quando era al San Marino giocava esterno offensivo, con il simbolo di William Wallace (personaggio di Braveheart ed eroe scozzese) sempre in bella mostra. Fu il tecnico Petrone a spostarlo da ala a centravanti con risultati eccellenti: “Dopo due partitelle in allenamento fece un gol bellissimo, di una potenza e di una precisione impressionanti. La sera lo chiamai in ritiro da parte e gli chiesi se se la sentiva di iniziare un nuovo ruolo, da attaccante. Agli amici dicevo: ‘Questo arriva sicuro’ “.
Poi l’esperienza al Gorica con Luigi Apolloni allenatore, dunque il triplo salto mortale: in Lega Pro con il Teramo di Vivarini dove fa capire di avere il gol nel sangue, in B con il Pescara di mister Oddo con 30 reti all’attivo a fine stagione e poi la promozione in A con il Milan che lo ha accolto a braccia aperte e dove si sta dimostrando un attaccante letale e sanguigno, confermando l’intuizione di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani che hanno puntato ciecamente su di lui. Ieri ospite di Tiki-Taka Lapadula ha parlato del suo momento d’oro in rossonero: “E’ un momento molto positivo ma a me piace anche ricordare il periodo precedente a questo che è stato più importante. Ero infortunato, non giocavo e per tanti non ero da Milan. In quel momento ho capito che doveva iniziare il mio campionato e sta arrivando tutto questo”.
Redazione MilanLive.it