MILAN NEWS – “L’allenatore è una professione che mi occupa molto, ma mi diverto. Areoplanino o Guardiola italiano? Preferisco l’Areoplanino, il calcio giocato mi manca“. Dopo la sofferta ed importante vittoria contro il Crotone di ieri, Vincenzo Montella è stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa.
Il tecnico del Milan ha iniziato la sua intervista parlando dei due giovani emergenti Manuel Locatelli e Gianluigi Donnarumma e, in generale, del progetto giovani e italiani intrapreso dal club: “Il gol di Locatelli con la Juventus mi ha emozionato tanto, è un ragazzino che ha una grande responsabilità e gioca con leggerezza. Donnarumma è anche più giovane, hanno l’età di miglio figlio. E’ un progetto voluto, parte da lontano, come ribadito da Berlusconi“.
A proposito del presidente. L’ex Fiorentina ha raccontato così il suo rapporto con il numero uno rossonero: “La prima volta che mi vide mi fece una formazione di tutti italiani. E’ molto competente, parlare con lui è bello perché capisce le mie idee. Contro il Crotone ho messo 3 attaccanti, quindi ne sarà felice…“. Il Milan era nel suo destino: “Sono cresciuto con il mito di Van Basten e di Sacchi, non Maradona, mi sarebbe piaciuto giocare per il Milan fin da bambino anche grazie all’influenza di mio fratello. Ho iniziato come portiere, poi la mia statura mi ha aiutato a diventare attaccante, fortunatamente… Mio padre voleva che imparassi il mestiere, andavo a giocare di nascosto“.
Montella ha un’esperienza alle spalle molto importante anche da allenatore del settore giovanile, avendo allenato i giovanissimi della Roma (prossima avversaria del Milan in campionato): “Lì c’era una bella organizzazione, riconoscevi subito i ragazzi che avevano un’influenza dai genitori. Nella società di oggi il calcio crea illusioni, c’è fretta, non c’è l’esigenza di formarsi e di crescere passo dopo passo, come in tutti gli altri mestieri. Non c’è più voglia di aspettare e di soffrire. Lunedì c’è la Roma, una società importante per me. Quando gioco contro le mie ex squadre mi auguro che loro si comportino da amici e che mi facciano vincere… (ride, ndr)”. “.
Con i giallorossi c’è un rapporto speciale, proprio come con la Sampdoria: “C’è un affetto particolare, Ferrero mi voleva a tutti i costi, non se ne poi se ne è pentito visto che la stagione non è stata felice, nonostante la salvezza. Tutti ci aspettavamo di più da quell’esperienza“. Il tecnico considera quello dell’allenatore un lavoro più stancante rispetto a quello del calciatore: “Da allenatore devi stare attento a tutte le situazioni, devi avere occhi per guardare 24 ragazzi e dare indicazioni in funzione di quello che pensi. E’ un esercizio che ti impegna e ti stanca, come le partite. Devi conoscere i bisogni di tutti, essere un fratello maggiore“.
Infine, Montella spiega così gli obiettivi per questa stagione con i rossoneri: “Sembrerà retorica, ma dobbiamo seguire il nostro percorso e migliorare, questa è la nostra ambizioni. Ci sono squadre forti alle nostre spalle, come Roma, Inter, ma anche Atalanta e Fiorentina. Galliani sta dimostrando di saper soffrire e gioire. I cinesi? Così sembra, ma io ne so quanto voi“.
Redazione MilanLive.it