MILAN NEWS – Il gol, la gioia, la rabbia esplosa e quelle mani sulle orecchie che rappresentano già un’esultanza ‘cult’ per i tifosi milanisti. Gianluca Lapadula è l’anima del Milan di oggi, così cinico, cattivo e grintoso, capace di sovvertire ogni pronostico e di andare a vincere una partita ostica come quella di ieri con il Crotone che non si era messa affatto bene.
L’attaccante torinese, come scrive oggi la Gazzetta dello Sport, è al suo quarto centro in Serie A, con una media-gol pazzesca che supera quella di colleghi più blasonati come Higuain, Dzeko o Icardi. Una rete ogni 85 minuti per un calciatore che non avrà la rapidità di Carlos Bacca o le qualità tecniche nell’uno contro uno di M’Baye Niang, ma in quanto a cattiveria e pericolosità in questo momento non è secondo a nessuno. Il Milan ha in casa un ‘nuovo’ Filippo Inzaghi, più completo addirittura dello storico centravanti rossonero, ma con quella capacità di segnare col sporchi che solo Super Pippo aveva dimostrato.
Ed a fine partita Lapadula ha espresso tutte le sue emozioni, anche per aver sconfitto il tabù di una maglia pesante come la numero 9 rossonera: “Potevo fare di più, abbiamo vinto grazie al gruppo e Niang non merita i fischi. La maledizione del numero 9? Io quando sono arrivato volevo il 10, poi era occupato…Sono felice, ma ancora non ho fatto niente. Devo mantenere la testa sulle spalle“.
Redazione MilanLive.it