MILAN NEWS – Hanno fatto molto rumore le recenti dichiarazioni di Sinisa Mihajlovic sulla sua esperienza al Milan.
C’è tanto del tecnico serbo nell’attuale squadra di Vincenzo Montella, in particolare grazie a Gianluigi Donnarumma e Alessio Romagnoli: il primo lanciato senza paura al posto di un top come Diego Lopez, il secondo invece è arrivato solo grazie all’insistenza dell’attuale allenatore del Torino. Concetti spiegati chiaramente da Mihajlovic anche all’edizione odierna del Corriere dello Sport.
Il tecnico racconta così i suoi circa 10 mesi al Milan, cercando di difendere il proprio operato sulla panchina rossonera: “Loro volevano un allenatore di personalità e quando uno prende Mihajlovic sa a cosa va incontro. Quando sono arrivato ho cercato di ridare nello spogliatoio la cultura del lavoro. E ci sono riuscito. Abbiamo ridotto molto gli infortuni, per esempio Alex, che non aveva mai giocato l’anno prima, con me ha fatto tutte le partite”.
L’attuale mister del Torino ha avuto modo di parlare anche di modulo, cambiato più volte dopo la partenza col 4-3-1-2, e pure dei risultati arrivati fino al suo esonero: “Le prime sette, otto giornate abbiamo perso tempo perché volevamo provare a giocare quattro tre uno due come voleva Berlusconi, anche se si capiva che non si poteva stare in campo in quella maniera. Poi con il Napoli si è perso e allora ho detto a Berlusconi che io non volevo più giocare così. I risultati sono cominciati ad arrivare. Quando sono stato esonerato li ho lasciati in Europa League e in finale di Coppa Italia, dopo la partita con la Juve, che forse è stata la migliore della stagione“.
Mihajlovic parla così della vicenda Donnarumma, che ha lanciato lui quando il portiere aveva solamente 16 anni e pochi avrebbero avuto il coraggio di schierarlo titolare: “L’ho fatto esordire a sedici anni e mezzo, fino a quel momento il portiere titolare era Diego Lopez. Berlusconi venne due volte a Milanello per convincermi a far giocare Diego Lopez. Io ho detto “Guardi ci sono due soluzioni possibili: o lei mi manda via e mette Diego Lopez o io rimango e metto Donnarumma in porta”. Per fortuna sua mi ha lasciato”.
Infine Sinisa ha avuto modo di parlare pure di Romagnoli, difensore fortemente voluto da lui nonostante le resistenze della dirigenza per via di un prezzo (25 milioni di euro) considerato eccessivamente elevato per un ragazzo di 20 anni con una sola stagione di Serie A alle spalle: “Non lo volevano prendere. Venticinque milioni di euro. Sinceramente in quel momento quella cifra era alta. In quel momento, ma in prospettiva no, tanto è vero che quest’anno era stato offerto dal Chelsea quasi il doppio per acquistarlo. E tutti e due questi ragazzi ora sono in Nazionale. Romagnoli il presidente non lo voleva. Non lo voleva comprare”.
Ma oltre ai due italiani, il serbo ha valorizzato pure un altro calciatore oggi chiave nella squadra di Montella: “Anche Niang, non giocava mai. Poi con me fu lanciato. Quell’anno doveva essere venduto all’estero, io mi sono opposto e adesso è titolare in squadra. Senza questi tre giocatori il Milan attuale non sarebbe quello che è“.
Redazione MilanLive.it