MILAN NEWS – Il ragazzo della porta accanto; Manuel Locatelli è il prototipo del 18enne tranquillo e affiatato, che non segue mode particolari, non ha tatuaggi ed è privo di vizi. Attaccato alla famiglia, il classico baby-sitter dell’ultima ora. Tutto vero, ma Locatelli è anche l’ultimo grande talento sfornato dal vivaio del Milan, già pronto a stupire ed a raggiungere traguardi importantissimi. Il prossimo? Vincere il suo primo derby da calciatore professionista.
La Gazzetta dello Sport ha intervistato Locatelli parlando proprio dell’attesa stracittadina di domenica prossima a San Siro. Ma in primis si è parlato dell’impatto del giovane Manuel con il calcio dei ‘big’: “Ringrazio la mia famiglia, sono loro a farmi restare umile. Mio papà lavora in banca, mia mamma è casalinga, una figura fondamentale. Mio fratello gioca a Inveruno, in D. Da piccoli eravamo inseparabili, in oratorio se non ero in squadra con lui non giocavo. E poi c’è mia sorella, che è laureata in russo. Mi manda messaggi così belli che mi fanno piangere. E mi ripete sempre di stare coi piedi per terra. Io mi sento ancora come i ragazzi della mia generazione di Galbiate, il paese in cui sono cresciuto. Se alla mia età iniziassi a pensare a soldi e ingaggi non andrei da nessuna parte. Dico sempre che se uno è forte, prima o poi l’occasione arriverà. Il convitto è in una posizione fantastica perché ha la vista su San Siro, lo stadio dei sogni“.
Locatelli sa di avere talento, ma non vuole montarsi la testa, anzi, sa di dover crescere in alcuni aspetti: “Devo migliorare fisicamente, e nella gestione della palla. In Primavera è più facile, in prima squadra è tutta un’altra cosa. Il mio obiettivo è dimostrare che in questo Milan ci posso stare. Montella ha visto che “andavo” in allenamento. Lo dico senza essere presuntuoso: la scommessa l’avrei fatta anch’io. E comunque la sua gestione è stata oculata. Prima mi ha fatto entrare un po’ di volte dalla panchina, poi l’infortunio di Montolivo ha accelerato il processo. Riccardo è una guida, un esempio, uno dei miei modelli, come Pirlo. Berlusconi mi ha stupito molto. Quando ero ancora in Primavera si fermò da me e mi disse: “Mi hanno raccontato che sei molto forte…”. All’inizio era tutto un sogno, ma ora che sto iniziando a realizzare quel che accade, so anche di aver commesso degli errori. Con la Juve, per esempio. Tutti hanno parlato del mio gol, ma ho perso qualche brutto pallone. Sono cose che mi vado a rivedere per capire dove ho sbagliato“.
Ed ecco dunque le emozioni del derby contro l’Inter: “Questa Inter è difficile da studiare perché ha cambiato tecnico. Ma la questione in realtà è una sola: la partita dobbiamo farla noi. E Montella è bravissimo a preparare questo tipo di sfide. A loro toglierei Icardi, perché vede la porta benissimo. Il nostro progetto giovani e italiani è molto bello e bisogna dire grazie a Berlusconi e Galliani. Il segreto del nostro settore giovanile è nelle persone. Loro sono i massimi dirigenti, poi ci sono figure fondamentali come Filippo Galli e De Vecchi, un allenatore che mi ha insegnato tanto. Donnarumma? Ci siamo conosciuti negli Allievi, siamo amici veri. Lui è un fenomeno. Insieme lavoriamo e scherziamo sempre ed è vero, abbiamo tanti punti di contatto. Ma non sulla musica: quando attacca con le sue canzoni napoletane io mi metto le cuffie…Con noi il Milan ha un bel progetto per i prossimi dieci anni“.
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Redazione MilanLive.it