MILAN NEWS – Il capitano del Milan Riccardo Montolivo resterà fuori per molti mesi. La sfortuna si è accanita nuovamente con il regista rossonero, che già nel maggio del 2014, a pochi giorni dalla spedizione Mondiale con la maglia azzurra rimediò un brutto infortunio alla tibia. Stavolta contro la Spagna, nel match di qualificazione dell’ottobre scorso, Montolivo è andato k.o. per via di una lesione molto dolorosa a ginocchio e legamento collaterale.
Oggi La Repubblica lo ha intervistato, non tanto sul suo futuro in maglia rossonera (ha rinnovato da poco il contratto), bensì sull’argomento che ha fatto parecchio discutere negli ultimi tempi, ovvero le critiche pesanti e nevrotiche piovute anche dopo il brutto infortunio rimediato in Nazionale. Montolivo si è espresso in maniera molto matura: “Rispetto le critiche, ma nell’ultimo periodo si è esagerato sui social, senza filtri. Molti si saranno riconosciuti nel mio post. Ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà e affetto, di compagni, avversari, atleti di altri sport. Allo stadio, dove parte del pubblico mi ha applaudito, entra in gioco il campanilismo: il tifo fa perdere lucidità. E i social diventano valvola di sfogo contro sportivi o personaggi pubblici“.
La maglia azzurra sembra proprio portargli male, ma Montolivo resta attaccato alla Nazionale: “Ho tolto le stampelle. Guarderò, allo stadio o alla tivù, la partita, che non è mai amichevole. Sono fatalista. La maglia azzurra è speciale. Nelle grandi competizioni senti un Paese intero dietro di te. È un’emozione bellissima. Il contraltare sono il Mondiale e l’Europeo persi e il ginocchio da rimettere a posto. Quando ti infortuni capisci chi ti sta vicino sempre e chi solo per convenienza. Mi godo la famiglia e mia figlia. Nel mio recinto restano in pochi. I compagni del Milan, a Verona, hanno sventolato la mia maglietta. Non sono egoista, gioco dove serve: non piace alla critica, ma a compagni e allenatori sì“.
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Redazione MilanLive.it