MILAN NEWS – M’Baye Niang è uno dei giocatori che Vincenzo Montella sta valorizzando maggiormente. Il francese è diventato un titolare indiscusso quest’anno.
Contro il Chievo Verona il giovane attaccante è andato in gol, mostrandosi decisivo ancora. I sui margini di crescita sono ancora notevoli, starà a lui lavorare e impegnarsi al massimo. Solo così potrà esprimere tutto il suo vero potenziale. Allenatore, compagni e club hanno grande fiducia in lui.
Il quotidiano La Repubblica è andato a intervistare proprio Niang. Subito parole importanti da parte sua: «Non mi sento insostituibile, ma un leader sì. Posso diventare un campione, lavorando duro».
Niang è uno dei simboli di questo Milan dei giovani. E le voci di mercato riguardano sia lui che i vari Gianluigi Donnarumma, Alessio Romagnoli e Mattia De Sciglio. Ma il talento transalpino spiega. «Non se ne andrà nessuno. Ci mancavano le certezze, ci mancava di sentirci il Milan. Ora abbiamo identità tattica, gruppo unito, solidità difensiva. Ho già rifiutato offerte importanti e a maggior ragione direi no oggi. Il progetto fondato sui giovani funziona».
M’Baye non crede che l’obiettivo possa essere lo Scudetto, ma sulla Champions League un pensiero lo fa: «Nessuno ci immaginava secondi. Se restiamo umili, tutto è possibile. La Juventus è una svolta, non è imbattibile. Dobbiamo tornare in Europa».
Si parla ancora di giovani e del ritorno nelle coppe europee, chiodo fisso del Milan: «I presupposti ci sono: 7 Under 24 prontissimi. Io avverto la responsabilità: con De Sciglio sono il più esperto. Non mi sento più un giovane. Ho quasi 22 anni e faccio il professionista da quando ne avevo 16. Noi due dobbiamo essere di esempio ai ragazzi veri, come Donnarumma e Locatelli».
Infine Niang ha risposto in merito a un possibile futuro passaggio al PSG: «Un giorno, perché no. Ho indossato il numero 78 del mio dipartimento, Yvelines, ma ora mi tengo stretto il Milan e l’11, come al Genoa: vorrei diventare il capitano. Le cazzate mi hanno fatto crescere. La mia carriera dimostra che lo sport serve a non prendere la strada sbagliata. Non tutti diventano campioni, ma è giusto che tutti ci provino».
Redazione MilanLive.it