Speravamo che con il cambio di proprietà ormai vicino fosse finita l’era di un certo giornalismo e di una determinata corrente di pensiero volti sempre a stravolgere quelli che sono i fatti reali in casa Milan. Ma pare che non sia così.
In questi ultimi giorni stiamo assistendo a qualcosa che ha del ridicolo. Si parla di un ‘Milan agli interisti’. Uno slogan coniato dopo che Marco Fassone, ex dirigente dell’Inter e futuro direttore generale del club, ha deciso di ingaggiare il capo-scout nerazzurro Massimiliano Mirabelli come prossimo direttore sportivo. Non ci risulta che i due personaggi in questione siano bandiere o leggende dell’altra squadra di Milano. Non stiamo certamente ingaggiando Javier Zanetti o Beppe Bergomi. Fassone ha lavorato all’Inter da maggio 2012 a settembre 2015, dopo essere già stato alla Juventus e al Napoli. Mirabelli è approdato in nerazzurro nel 2014 invece.
Non parliamo di due simboli dell’interismo. E anche se dovessero arrivare altre figure come loro dall’altra sponda del Naviglio, non ci sarebbe da sconvolgersi. Sarebbe più opportuno, eventualmente, esporre critiche nel merito delle loro competenze. Ma parlare di interismo ci sembra esagerato e completamente fuori luogo. Una polemica inutile e che sembra quasi montata ad hoc per screditare i futuri proprietari (sarebbe bello conoscerne l’identità al più presto) e la futura dirigenza.
Intanto l’interista (usiamo il sarcasmo) Fassone sta cercando di riportare al Milan una bandiera per dargli un ruolo importante. Legittimo che Demetrio Albertini e Alessandro Costacurta rifiutino ogni ipotesi di ritorno, ma sono troppo intelligenti per farlo basandosi su un presunto interismo del nuovo corso rossonero. Il capolavoro di Fassone sarebbe quello di riuscire a riportare al Milan una leggenda come Paolo Maldini, anche se non sarà semplice. Qualcuno che trasmetta i valori milanisti andati persi nelle ultime stagioni serve. Nessuno meglio dell’ex capitano può riuscire in questa missione.
E a proposito di milanisti. Dov’erano certi giornalisti e opinionisti mentre i grandi tifosi Silvio Berlusconi e Adriano Galliani in questi ultimi anni combinavano disastri sportivi, economici e di immagine al vecchio glorioso Diavolo? Ah già… Non si poteva criticare, perché dopo il passato vincente della società sarebbe stata lesa maestà e manifestazione di ingratitudine esporre qualsiasi critica nei loro confronti. Adesso, però, sarebbe opportuno evitare di criticare una proprietà e una dirigenza che ancora non si sono insediate. Ci sarà tempo, eventualmente, per farlo. Ma attaccare preventivamente e con argomenti sbagliati non è una buona mossa.
Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)