Milan, marchio di lusso e azionariato popolare: il piano cinese

Bandiera cinese
Bandiera cinese (©Getty Images)

MILAN NEWS – Dopo l’Inter, anche il Milan diventa cinese. Venerdì è stato firmato l’accordo preliminare a Villa Certosa, in Sardegna, dove Silvio Berlusconi si trova in vacanza dopo un periodo molto turbolento fra elezioni, intervento al cuore e addio rossonero. A rilevare il 99,93% delle quote è la società Sino-Europe Investment Management Changxing: società veicolo che ha come socio di maggioranza la Haixia Capital di Lu Bo, strettamente legato al governo di Pechino.

Come scrive La Repubblica, la cordata ha voluto fortemente il Milan anche perché è la squadra più tifata di tutto il paese: i rossoneri, infatti, vantano ben 4 milioni di tifosi in Cina, secondi solo al Manchester United. L’affare, in ogni caso, non si sarebbe mai concretizzato senza l’appoggio del governo. Ma l’acquisizione del club di via Aldo Rossi va oltre al progetto d’espansione nel calcio guidato dal presidente Ji Xinping.

Il Milan, infatti, è destinato a diventare qualcosa di più, un modello per operazioni future. I nuovi proprietari, vista la popolarità del club, lo vogliono utilizzare come simbolo del Made in Italy. Un po’ come se avessero preso il controllo della Ferrari: un grande simbolo sportivo che può agire da biglietto da visita per la crescita dello sport nel paese.

Un altro progetto molto interessante nei piani dei compratori riguarda la suddivisione delle quote: l’idea è quella di dar vita ad un “azionariato popolare”, quindi tante piccole quote distribuite ad aziende, imprenditori e anche tifosi vip, così che tutti si sentano parte del progetto. Questo è una via di mezzo fra il club quotato in borsa come in Inghilterra e le polisportive spagnole, come Real Madrid e Barcellona.

 

Redazione MilanLive.it

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