Milan, cessione inevitabile e non rinviabile. Cinesi, chiediamo chiarezza

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi e gli investitori cinesi (Photo by XH Sports)

Il Milan dovrebbe ormai essere prossimo alla cessione ai cinesi e dunque a voltare pagina dopo 30 anni. Usiamo il condizionale, perché fino al closing non ci sentiremo tranquilli al 100%. Però la rotta sembra ormai tracciata e i dietrofront costerebbero penali salate.

Il trentennio targato Silvio Berlusconi ha prodotto 28 titoli, è vero, ma da diversi anni era evidente che mancasse qualsiasi tipo di progetto serio per rilanciare il club. Sono stati lanciati più volte slogan per illudere i tifosi che il futuro sarebbe stato migliore anche con l’attuale proprietà. Però alla prova dei fatti si è visto che erano tutte bugie. Gli investimenti sono stati pochi o comunque spesso sprecati, si è dato spazio all’improvvisazione nelle scelte e ai rapporti privilegiati con agenti e amici vari. Insomma, non si è fatto il bene del Milan e i risultati parlano chiaro.

Se con il secondo fatturato in Italia, invece di arrivare tra le prime tre del campionato, si arriva settimi o decimi c’è qualcosa che non quadra. La gestione societaria di questi ultimi anni è stata fallimentare, anche se figlia di decisioni sbagliate già prese in passato. Dopo l’ultimo ciclo vincente non si è pensato al futuro. I campioni sono stati spremuti e non sostituiti adeguatamente. L’accoppiata Scudetto-Supercoppa del 2011 è stata un’illusione momentanea, l’ultimo colpo di coda.

Per ripensare al futuro e poter tornare ai livelli che competono al Milan era pertanto d’obbligo vendere. Non si poteva rinviare più questa operazione, pena un ulteriore scivolamento verso il basso del nostro Diavolo. Non è del tutto chiara la composizione del gruppo cinese che sta per acquistare il club, però speriamo che lo sia presto. La cosa certa che è emersa in queste ore è la presenza del Governo di Pechino attraverso società a partecipazione statale. E’ presto per esultare comunque. Infatti i nuovi futuri proprietari andranno valutati in base a ciò che faranno concretamente. Però è inevitabile non vivere la cessione del Milan come un momento di liberazione, viste le ultime stagioni che hanno generato rabbia e delusioni. Nessuno ha mai chiesto di vincere e spendere vagonate di milioni ogni anno, però c’è modo e modo per ridimensionarsi pur rispettando i tifosi. La comunicazione, una volta motivo di vanto della dirigenza, stata pessima in tal senso.

Ai cinesi chiediamo chiarezza proprio nei confronti dei milanisti. Certamente non sono dei tifosi e stanno prendendo il club perché ci vedono un affare in ottica futura. Però ormai il calcio è soprattutto business, non lo scopriamo oggi. Non ci rimane che sperare che si rendano protagonisti di una buona gestione, in grado di rilanciare sportivamente e commercialmente il Milan. Servono investimenti per avere una squadra competitiva, che possa vincere e di conseguenza valorizzare il marchio, attirando così nuove sponsorizzazioni. Auspichiamo di tornare a vivere le emozioni delle grandi vittorie del passato.

Qualcuno è preoccupato dalla perdita delle radici italiane e tradizionali della società. Un’ottima soluzione per ovviare in parte tutto questo sarebbe il ritorno di Paolo Maldini, una figura storica del Milan, in un ruolo sicuramente da definire e compatibile con quelle che sono le sue competenze. Sarebbe un bel modo di presentarsi per i cinesi quello di riportare una grande leggenda a casa.

 

Matteo Bellan (Segui @TeoBellan su Twitter)

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