Silvio Berlusconi nutre ancora dubbi sulla cordata cinese e, secondo i precedenti nel calcio internazionale recente, forse non ha tutti i torti. Come riporta oggi un’indagine di Tuttosport, gli investimenti più proficui per i club europei sono arrivati soltanto da due lande in particolare: gli Emirati Arabi e la Russia.
Gli esempi più floridi di proprietà estere vincenti e capaci di spendere cifre importanti per rafforzare le relative squadre d’appartenenza partono infatti da quando Roman Abramovich, notissimo magnate russo, ha rilevato il Chelsea e fatto partire una serie vincente impressionante, tra trofei e campioni di primo livello portati alla corte dei suoi allenatori. O gli sceicchi di Manchester City e Paris St. Germain, che hanno rivoluzionato squadre tradizionalmente senza storia vincente in macchine da guerra, punti fermi tra le prime otto big d’Europa.
In controtendenza il Leicester di Claudio Ranieri, appartenente ad una cordata thailandese, ma il miracolo dei Foxies è riuscito di certo senza investimenti milionari. L’estremo Oriente sembra avere ancora poca dimestichezza con il calcio che conta e con il mercato internazionale. Il Pavia è l’unico esempio orientale in Italia, ma il gruppo capeggiato dal cinese Xiadong Zhu non ha portato ancora i frutti sperati, con il club lombardo ancora lontano dalla promozione in B. Poi malesi, indonesiani, cingalesi, tutti proprietari poco proficui. Il gruppo made in Cina che vuole il Milan dal punto di vista economico non dovrebbe avere alcun problema, ma dovrà essere indirizzato al meglio per costruire una squadra di livello alto.
Redazione MilanLive.it