Sono giorni molto tesi questi nell’ambiente Milan. La squadra di Cristian Brocchi delude sul campo e la tifoseria è arrabbiata sia con i giocatori che con la società, soprattutto, per i fallimenti delle ultime stagioni. Sono in molti a non intravedere un futuro positivo per il club con l’attuale proprietà e pertanto ad invitare Silvio Berlusconi a vendere.
Domani a Casa Milan ci sarà l’annuale Assemblea dei Soci nella quale verrà approvato il bilancio 2015, in perdita per circa 89 milioni di euro, e la società dovrà fornire delle spiegazioni in merito al proprio operato. In prima linea a chiedere delucidazioni ci sarà l’Associazione dei Piccoli Azionisti del Milan Ac.
La redazione di MilanLive.it ha voluto interpellare Giuseppe La Scala, avvocato e vipresidente dell’APAC Milan Ac, per sottoporgli alcune domande.
Quali sono le cause della pessima situazione del Milan, non solo odierna ma degli ultimi anni in generale?
“Tutto si riconduce all’assoluta assenza di programmazione. Il peccato originale risale a quando Berlusconi ha ritenuto che non fosse più possibile competere con i grandi gruppi che sostengono i top club; al Milan non si è pensato ad alcun tipo di progetto e di programmazione alternativi. Ciò ha comportato che da anni si navighi a vista con risultati sportivamente ed economicamente disastrosi. I ricavi diminuiscono e i passivi di bilancio, che una volta finanziavano cicli di vittorie, aumentano. Alla guida del club c’è un management totalmente inadeguato e incompetente per quelli che sono i tempi attuali“.
Domani all’Assemblea dei Soci cosa chiedere alla società e che risposte vi aspettate?
“Chiederemo spiegazioni su alcune voci di bilancio e su alcune circostanze riguardanti sia l’andamento economico che sportivo. Vorremmo che il CdA si presentasse con un programma ben preciso con degli obietti da raggiungere nel giro di un triennio e ci dicesse che se dovesse fallire, andrebbe a casa. Ovviamente che se c’è la prospettiva di una cessione, ci piacerebbe che Fininvest sia capace di favorire il passaggio di consegne in mano a qualcuno di serio e con progetti validi. Berlusconi può uscire di scena in maniera elegante, facendo il bene dei colori rossoneri. Noi senza dubbio preferiamo la strada della cessione. Anche la presenza di due amministratori delegati come Barbara e Galliani che non si parlano è un assurdo unico in Italia. Nella realtà del mercato una società amministrata come il Milan avrebbe già visto l’allontanamento dei suoi dirigenti. Con risultati del genere, se non ci fosse il sostegno di Fininvest andremmo in bancarotta. Negli ultimi due anni 180 milioni di passivo per ottenere risultati disastrosi”.
Nel futuro organigramma societario del Milan quali figure vi piacerebbe vedere?
“Sono convinto che ai tifosi farebbe piacere vedere un progetto rappresentato e impersonato da milanisti. Ci piacerebbe vedere come direttore sportivo uno della competenza di Paolo Maldini e in società una persona dell’equilibrio di Demetrio Albertini, ma anche altri che questo Milan lo rappresenterebbero benissimo per immagine e competenza. Faremo le nostre proposte in merito. Purtroppo adesso è difficile pensare che ci sia una svolta con l’arrivo di personalità che di calcio ne capiscano. Maldini e Albertini sono tenuti lontani, uno competente come Boban deve parlare in tv. Seedorf era uno competente e che aveva capito i problemi del Milan, ma è stato fatto fuori da una congiura di spogliatoio che aveva come protagonisti dei giocatori che sono dei bidoni”.
Che idea vi siete fatti sull’esonero di Sinisa Mihajlovic e la promozione di Cristian Brocchi?
“Penso anche io che se Mihajlovic avesse vinto la Coppa Italia, poi Berlusconi avrebbe avuto difficoltà a mandarlo via. Dopo un inizio negativo, Sinisa aveva trovato una quadra portando il Milan a un sesto posto che era ciò al quale si poteva ambire con questa squadra giocando da provinciale di lusso. Brocchi, che è meno colpevole di tutti, ha una sola responsabilità: quella di aver confortato Berlusconi garantendogli che con lui sarebbe cambiato qualcosa. Mihajlovic non era un tecnico da calcio champagne, e chi lo ha preso doveva saperlo, però aveva trovato un certo equilibrio. Brocchi non ha il controllo dello spogliatoio, non ha autorevolezza, visto che nessuno crede che rimarrà“.
Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)