Altro che tredici ore di lavoro decantate da Cristian Brocchi da quando è divenuto l’allenatore del Milan. In questo caso ce ne vorrebbero tredici al giorno per provare a tirar fuori questa squadra, indolente, molle e senza forza di volontà, dalla crisi nera in cui si è rituffata proprio nel momento in cui sarebbe dovuta arrivare la svolta per lo sprint finale di campionato.
I rossoneri perdono anche contro una squadra che poche ore dopo avrebbe avuto la certezza di retrocedere, un Hellas Verona che quando ha capito di poter fare un’ultima bella figura davanti al proprio pubblico ha infilzato gli avversari giocando forse la miglior gara della sua anonima stagione. Milan in vantaggio con un sigillo in fuorigioco di Jeremy Menez, che torna ad esultare ed illudere dopo un anno di astinenza, poi null’altro per gli ospiti, che provano a giocare al gatto col topo e finiscono per recitare loro la parte del roditore in gabbia.
La Gazzetta dello Sport nel suo report del match del ‘Bentegodi’ premia sicuramente Gianluigi Donnarumma, che salva più volte la baracca con almeno 12 volte, record personale, contro la squadra che ha meno gol all’attivo del torneo. L’Hellas ci crede e nella ripresa ringrazia Alessio Romagnoli per il fallo di mano sciocco che regala all’ex Giampaolo Pazzini il penalty del pareggio, poi all’ultimo respiro trova il meritato 2-1 con la punizione show di Luca Siligardi. Per il Milan un k.o. imbarazzante che rischia di far saltare anche un sesto posto che sembrava messo in cassaforte. Il fiato del Sassuolo sul collo rossonero ora si fa sentire.
Redazione MilanLive.it