Il progetto Ital-Milan continua, almeno secondo la volontà di Silvio Berlusconi. Fin quando il presidente rossonero resterà in sella, con le quote di maggioranza in proprio possesso, il club si riferirà a lui e alla sua esplicita linea tecnica basata sull’esplosione di calciatori giovani e italiani, ancor meglio se fuoriusciti dal settore giovanile di Milanello. Una mossa amarcord quella di Berlusconi, per cercare di imitare lo straordinario Milan quasi tutto italiano degli anni ’80-’90.
Ma secondo l’analisi ben specifica effettuata oggi da Tuttosport, non basta un Milan fatto solo di italiani, per diversi motivi. Sia perché di fuoriclasse nostrani in giro per il mondo ve ne sono davvero pochi, come Marco Verratti che però non è minimamente intenzionato a tornare in Serie A, sia perché l’aiuto del fuoriclasse straniero è d’obbligo, anche per rendere la rosa del Milan un tantino più internazionale. Carlos Bacca ne è l’esempio più lampante, uno dei pochi non italiani titolari della formazione rossonera attuale, ma sempre decisivo con i suoi gol da centravanti puro.
Difatti, con Cristian Brocchi si enfatizzerà il progetto all’italiana del Milan, con il lancio a breve termine di almeno un altro paio di talenti della Primavera rossonera, ma ciò non toglie che uno come Bacca serve come il pane, per la classe e la maturità acquisita lontana dai confini nostrani. Un po’ come accadde ai tempi di Arrigo Sacchi, che formò un Milan ricco di talenti cresciuti proprio a Milanello e dintorni, ma riuscì ad elevarsi a squadra ‘top’ grazie anche all’apporto estero dei tre olandesi Marco van Basten, Ruud Gullit e Frank Rijkaard.
Redazione MilanLive.it