Era impensabile che in pochi giorni Cristian Brocchi trasformasse il Milan in una squadra di campioni e facesse giocare loro il tiki-taka. Chi si aspettava grossi cambiamenti in positivo era completamente fuori strada. Contro la Sampdoria contava soprattutto vincere, per mettere fine alla striscia negativa di risultati che durava da cinque partite e consolidare così il sesto posto in campionato.
Nel primo tempo della partita disputata a Genova la squadra ha faticato in fase di costruzione del gioco, finendo per regalare le fasce laterali con il passaggio dal modulo 4-4-2 al 4-3-1-2. E siamo stati anche graziati in occasione del gol regolare annullato a Dodò. Nella ripresa, però, i rossoneri sono stati più determinati e hanno coperto meglio il campo. Un Giacomo Bonaventura che nei primi 45 minuti era stato quasi impalpabile è salito in cattedra servendo l’assist decisivo a Carlos Bacca, giocatore che stava uscendo per fare spazio a Jeremy Menez. Il colombiano si è dimostrato il solito killer d’area di rigore.
Andando a vedere alcuni dati statistici si può notare che il possesso palla è stato del 58% e che si è calciato in porta solo 3 volte (8 i tiri totali), le stesse della Sampdoria. C’è ancora molta strada da fare sul piano del gioco e serviranno tempo e lavoro per migliorare, senza dimenticare che comunque qualitativamente la squadra del Milan è sempre la stessa che aveva Sinisa Mihajlovic e pertanto non ci dobbiamo aspettare miracoli.
Tra le note positive della serata di Genova c’è sicuramente la prestazione di Mario Balotelli. Già contro la Juventus aveva dato segnali molto positivi e li ha confermati ieri. Corsa, sacrificio e molto lavoro per la squadra. Deve incidere di più in fase offensiva, ma il suo atteggiamento adesso è quello giusto. Durerà? Non ci illudiamo. Serve continuità, sia a lui che a tutto il Milan. Il calendario dice che ora affronteremo Carpi, Hellas Verona, Frosinone e Bologna prima di chiudere il campionato contro la Roma a San Siro. Servirebbe un bel filotto di vittorie, cosa che in questa stagione è mancata troppo spesso.
Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)