Scandalo Panama Papers: coinvolti anche Seedorf e Infantino

Clarence Seedorf
Clarence Seedorf (©Getty Images)

Ormai da parecchie settimane si parla dello scandalo Panama Papers. Brevemente spieghiamo di cosa si tratta: sono dei documenti trapelati da una delle più importanti società del mondo (Mossack Fonseca, che ha sede nel paese centro-americano di Panama) che si occupa di creazione e gestione di società off-shore e studiati nel corso di una lunga inchiesta giornalistica che ha coinvolto decine di quotidiani di tutto il mondo. I documenti riservati sono stati consegnati al giornale tedesco Süddeutsche Zeitung da un dipendente anonimo della Mossack Fonseca. Il quotidiano tedesco ha successivamente condiviso tale inchiesta con 100 organizzazioni giornalistiche di 80 paesi diversi, tra cui il Guardian, BBC, l’Espresso in Italia, e tanti altri, per studiarli e analizzarli.

Proprio i colleghi inglesi del Guardian avrebbero riferito che tra i nomi coinvolti ci sarebbero anche Gianni Infantino e Clarence Seedorf. Il neo-presidente FIFA quando era capo dei servizi legali della Uefa, avrebbe avuto un ruolo in accordi riguardanti i diritti tv affidati a società off-shore, nell’ambito di quella inchiesta che i media rinominarono come la ‘Coppa del mondo della corruzione’. Infantino ha sempre negato di essere coinvolto in quella vicenda. Una serie di contratti, co-firmati da Infantino – riportano i colleghi di Repubblica -, collegano la Uefa per la prima volta a una delle aziende coinvolte nello scandalo che ha portato alle dimissioni dell’ex presidente della Fifa Sepp Blatter.

Per quanto riguarda l’ex giocatore e allenatore del Milan, tra l’altro fino a giugno ancora sul libro paga rossonero, il suo legame ai Panama Papers sarebbe legato alla sponsorizzazione da parte di una gioielleria italiana alla squadra di motociclismo di Seedorf: il nome della scuderia di cui è stato proprietario è Valsir – Seedorf Racing World, nata nel 2003, che partecipava al campionato della classe 125, e possedeva la rivista Sport Auto Moto. In seguito però l’olandese cedette la società. Si parla di 600.000 euro non dichiarati e depositati in paradisi fiscali. Cifre ben inferiori a quelle emerse in questi giorni e riguardanti anche altri illustri colleghi, ma comunque significative ai fini delle indagini.

 

Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it

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