Un’analisi schietta e triste quella odierna della Gazzetta dello Sport che riguarda le due squadra milanesi, un tempo dominatrici in Italia e in Europa, o quanto meno squadre competitive ai massimi livelli. Oggi sono lontane dalle zone prestigiose, quasi anonime, negli ultimi tre anni Inter e Milan hanno raccolto una sola qualificazione in Champions League in due, nessun trofeo, nessun campione vero acquistato, portato alla luce bilanci in ‘rosso’ e campagne di rafforzamento spesso fallimentari.
Basandoci sul momento no del Milan, c’è da valutare come si predichi bene ma si razzola sempre male: Sinisa Mihajlovic, tecnico colpevole di questo andazzo fino ad un certo punto, chiede risposte ai suoi, cerca di cavare grinta e volontà dalla sua rosa, senza trovare risultati degni. A Bergamo l’ennesimo crollo, che un tempo sarebbe stato indicato come risultato clamoroso della giornata. Oggi è la normalità, un’altra caduta del Milan contro una piccola del torneo di Serie A, come se ormai l’anonimato dei rossoneri fosse la dimensione più giusta.
E il sesto posto in classifica è meritato, anche se il Sassuolo ad un solo punto di distacco proverà a mordergli le caviglie; i numeri sono sconfortanti: in media a partita troviamo pochissimi tiri nello specchio avversario, scarse anche le occasioni da gol costruite. Per non parlare dell’effetto vivaio: Gigio Donnarumma è un’eccezione che conferma la regola, a Milanello non vengono sfruttati al meglio i ragazzi appena formatisi nel vivaio. Un calderone di problemi, che fanno il paio con quelli dei rivali interisti, e che rendono la città di Milano non più la capitale del bel calcio di una volta.
Redazione MilanLive.it