La parola ritiro non è proprio la più dolce da pronunciare o ascoltare quando si parla di materia calcistica, soprattutto se riguarda una squadra come il Milan nel bel mezzo della stagione calcistica. Il tremendo mese di marzo ha portato con se’ strascichi negativi fino alla soluzione estrema: tutti reclusi a Milanello fino al match con la Juventus, con il serio rischio di prolungare la punizione anche alla settimana successiva.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, il programma di ieri ha previsto alle 11 l’allenamento mattutino, con tanto di strigliata di Adriano Galliani alla squadra come preambolo. Pranzo e pomeriggio libero per recuperare le proprie cose prima di ritrovarsi di nuovo a Carnago per l’inizio di questa settimana di ‘prigionia sportiva’. Una soluzione identica a quella provata da Filippo Inzaghi, quasi un anno fa, quando lanciò l’idea ritiro dopo un k.o. contro l’Udinese, che aveva di fatto chiuso la storia del giovane allenatore con il club rossonero.
Non è cambiato nulla dunque in un anno di Milan, nonostante certi investimenti, classifica leggermente migliore, una rosa più completa. Sinisa Mihajlovic è ricorso all’estremo metodo come i suoi sfortunati predecessori, brutto segnale per un tecnico che ha il futuro ancora tutto da scrivere. E c’è chi dice che a Milanello incombono strane presenze, fantasmi notturni da leggende del passato. I fantasmi, oggi in casa rossonera, sono ben altri.
Redazione MilanLive.it