Nel Milan del futuro, come spiegato giorni fa da Silvio Berlusconi, c’è un piano A e un piano B, entrambi fattibili ma solo a differenti condizioni. Il primo riguarda l’ingresso di nuovi soci, in quota di minoranza, capaci di portare fondi ed investimenti utili a ridare lustro e prestigio anche finanziario al Milan. Il secondo, ed oggi unico praticabile, parla di una squadra tutta giovane e italiana, senza investimenti onerosi e ricca di talenti made in Milanello.
Anche Adriano Galliani, interpellato oggi dal Corriere della Sera, sembra sposare questa seconda linea, dicendosi orgoglioso del lavoro che il Milan fa da anni con i propri talenti: “Quello di un Milan ricco di giovani e italiani è il progetto che intriga di più anche me, per un dirigente non c’è gioia più grande che portare un suo ragazzo in prima squadra e magari vederlo arrivare in Nazionale. Ora abbiamo 37 giocatori del nostro settore giovanile che vestono le maglie delle varie under. E sei della prima squadra provengono dal vivaio: Donnarumma, Abate, De Sciglio, Calabria, Antonelli e ora Locatelli. Nessuna big ne ha altrettanti“.
Un Milan dunque intenzionato a seguire questa linea, anche se i tifosi sognano ancora colpi come Zlatan Ibrahimovic per tornare grandi: “Si, ma i vari Ibrahimovic hanno ingaggi tali da non essere più sostenibili dai nostri club. La verità è che la serie A una volta era un campionato di arrivo, ora è diventato un campionato di transito”. Galliani spiega senza mezzi termini che l’amara realtà del calcio italiano è questa: pochi soldi, zero investimenti, urge dunque ripartire dalle basi.
Redazione MilanLive.it