Domani Arrigo Sacchi, grande ex allenatore del Milan e della Nazionale italiana, compirà 70 anni. In vista dell’importante ricorrenza, il tecnico di Fusignano è stato omaggiato anche da un suo ex pupillo, Demetrio Albertini, vice-presidente federale che fu lanciato da giovanissimo in prima squadra da Sacchi stesso e poi faro della sua Nazionale a metà anni ’90.
Interpellato dall’Ansa, Albertini ha spiegato i motivi della grandezza di Sacchi e del feeling tra loro: “Quando arrivò al Milan era un signor nessuno, ma era preparato e sapeva come ottenere risultati. Mi prese nella Primavera del Milan e mi fece esordire in prima squadra, poi mi volle con se’ in Nazionale, giocai con lui un Mondiale ed un Europeo. Nel 2010 lo chiamai per cooperare con le selezioni azzurre, gli ho detto di non volerlo come allenatore, è troppo tosto per il calcio di oggi“.
Proprio i suoi metodi folli e poco ortodossi furono la chiave per quel Milan vincente: “Ero un esordiente quindi all’epoca non sapevo se fosse normale o meno, ma si faticava da matti. Sacchi era maniacale, ci ha portato a traguardi considerati impossibili. Ha cambiato la mentalità del nostro calcio, e per me la cosa più bella è che mi ha insegnato a fare il professionista“.
Infine una stoccata da parte di Albertini al Milan di oggi, non all’altezza del calcio spettacolare e vincente di qualche decennio fa: “Non credo che i metodi di Sacchi sarebbero in linea con le pressioni del calcio odierno. E mi viene difficile pensare a un mio compagno di squadra di allora che sostituirei con un calciatore del Milan di oggi”.
Redazione MilanLive.it