Altra intervista ad Arrigo Sacchi, vate del calcio moderno che venerdì prossimo compirà 70 anni. L’ex tecnico del Milan e della Nazionale italiana è stato stavolta interpellato dal Corrieredellosport.it, per raccontare la sua visione del calcio dagli anni ’80, quando era un allenatore giovane e rampante, fino ad oggi che assiste ad uno stravolgimento dei valori sportivi e tecnici.
Sacchi si è soffermato ovviamente sul modo di allenare che fu e su quello che invece è oggi: “Io sarò per sempre riconoscente al calcio. Il calcio mi ha regalato emozioni indescrivibili, ho potuto trasformare una passione in un lavoro. La passione è la cosa che muove tutto, il protagonismo non deve far morire questo sport. Ho dato una vita per il calcio, per me è stata un’ossessione che mi ha dato grandi soddisfazioni“.
Interessante la considerazione su Silvio Berlusconi, che lo volle fortemente al Milan dal Parma: “Berlusconi è entrato nel mondo del pallone come una valanga in un piccolo stagno. Il suo impatto ha avviato il rinascimento del calcio. Le sue scelte erano fuori dalla logica dell’epoca. Come prendere me, che ero un signor nessuno. Arrivava prima degli altri in un paese dove la vittoria contava più di tutto. Lui invece ha imposto una filosofia diversa: vincere, convincere e divertire. Era avanti dieci anni. Oggi è diverso, non segue più la squadra come allora. C’è la politica che lo impegna ed è meno presente. C’è sempre un grande dirigente che è Adriano Galliani ma non sempre gli è permesso di esprimersi al meglio. Ma al Milan mi lega ancora un affetto profondo“.
Redazione MilanLive.it