La Gazzetta dello Sport ha analizzato nella sua edizione odierna la partita tra Milan e Lazio a raggi X, provando a spiegare i motivi tattici del pareggio per 1-1 che non accontenta nessuno, salva la panchina di Stefano Pioli ma a livello di classifica premia più i rossoneri che mantengono posizione e distanze dalle inseguitrici per l’Europa League.
Un pareggio scialbo dettato dalla scarsa fantasia in campo; Milan addetto al solito 4-4-2 che si rivela fin dalle prime battute modulo sfavorito in mezzo al campo contro il 4-3-3 degli ospiti. Ecco perché Lucas Biglia diventa calciatore fondamentale, metronomo in mezzo al campo in grado di giocare centinaia di palloni. Sinisa Mihajlovic preoccupato per l’inferiorità numerica a centrocampo predilige un baricentro più basso del solito e perde la sfida del pressing, con la Lazio più reattiva sui primi portatori di palla rossoneri.
Una gara a tratti noiosa, soprattutto nel finale di partita, quella di ieri. La qualità e la possibilità di saltare l’uomo con la fantasia e tecnica è mancata: solo qualche movimento tra le linee di Keisuke Honda, sempre molto impreciso, sembrava potesse regalare qualche spunto. Gli ingressi di Menez e Balotelli non hanno portato altro che qualche pallone buttato nel mezzo senza troppa convinzione. La sintesi della ‘paura’ tattica delle due squadre si evince con i numeri di Felipe Anderson: una sola occasione creata ma ben 5 contrasti effettuati e 3 palloni recuperati. Un’ala esplosiva messa a fare il terzino, un dato che la dice molto sull’1-1 finale.
Redazione MilanLive.it