25 anni fa, il 20 marzo 1991, il Milan si rese protagonista di un episodio tutt’altro che apprezzabile. A pochi minuti dalla fine della gara di ritorno valida per i quarti di finale della Coppa dei Campioni contro il Marsiglia, a causa del mal funzionamento di uno dei riflettori dello stadio, la società rossonera decise inspiegabilmente di ritirare la squadra. La partita, dunque, non venne portata a termine, ma il Milan, oltre al danno d’immagine, subì un anno di squalifica dalle competizioni europee.
In merito, qualche giorno fa, si è espresso anche l’arbitro di quella partita, Bo Karlsson. Nel 25esimo anniversario di quella serata, La Gazzetta dello Sport ha voluto approfondire tramite la voce di uno dei protagonisti, Alessandro Costacurta: “Eravamo convinti che fosse una scelta condivisa col delegato Uefa. Eravamo pronti a giocare, poi arrivò Galliani e ci disse di rientrare negli spogliatoi. La luce era ritornata, mancava pochissimo e il Marsiglia si stava qualificando in modo meritato. Nessuno di noi voleva fuggire o cercare una scorciatoia…“.
Insomma, i calciatori stessi non aveva ben capito cosa stesse succedendo in quei momenti. Costacurta ricorda: “La squadra è uscita convinta che c’era un accordo in quel senso. Abbiamo scoperto l’amara verità dai giornalisti, dopo la doccia. C’è cascato il mondo addosso. Ricordo ancora la faccia scura di Arrigo Sacchi. Da quel momento in avanti eravamo consapevoli di aver preso parte a una imbarazzante sceneggiata. Il Milan campione d’Europa che scappa come se fosse a un torneo rionale… Sono passati 25 anni, ma quella macchia non si cancellerà mai“.
Tutte le colpe furono addossate ad Adriano Galliani, che entrò fisicamente in campo per trascinare la squadra negli spogliatoi. Ma l’ex difensore del Milan non ne è convinto: “Non credo sia possibile. Certo, a noi dissero davvero poco. Galliani riunì la squadra il giorno dopo e ci chiese scusa, parlò di un suo errore di valutazione. Berlusconi rinunciò al ricorso annunciato dichiarando che non era quello il dna del Milan, ma secondo me una responsabilità del genere non poteva essere stata presa solo dal vicepresidente. Anche perché se fosse andata così, allora avrebbe pagato con il licenziamento dopo la squalifica di un anno dalle Coppe. Era un danno economico enorme, oltre a quello ancora più grande d’immagine. Diciamo che Galliani si è “sacrificato”, prendendosi tutte le colpe. Ma io ho un’altra idea: l’ordine arrivò da Arcore. Anche altri miei ex compagni la pensano allo stesso modo“.
Un episodio simile capitò anche qualche anno prima, nel 1988 con la nebbia di Belgrado che salvò i rossoneri dall’eliminazione per mano della Stella Rossa. Possibile che Galliani e Silvio Berlusconi abbiano visto nel riflettore di Marsiglia “un segno del destino”? Costacurta chiarisce: “Può essere una chiave di lettura giusta. C’è però una differenza: nel 1988 noi eravamo i più forti, a Marsiglia no. Ripeto, quella uscita dal campo fu davvero una figuraccia, ma non mi sento responsabile. Nessuno dei giocatori lo è stato: se avessimo saputo che quella era una scelta unilaterale, avremmo finito la gara. Gente come Baresi, Maldini, Gullit non aveva paura di andare contro la dirigenza, specie se era convinta di fare una cosa giusta. La squadra ha dimostrato il suo valore nel tempo: c’era chi pronosticava la fine del ciclo dopo la squalifica. E invece con Capello tornammo a vincere, anche se in Europa passammo prima dal cocente k.o. ancora col Marsiglia nella finale del 1993: ecco, in quell’occasione avremmo meritato noi… Forse dovevamo pagare ancora per la sciocchezza di due anni prima”.
Redazione MilanLive.it