Demetrio Albertini, grande ex giocatore del Milan e della nazionale italiana, è stato interpellato dal quotidiano Tuttosport per commentare la situazione che sta attraversando il club rossonero.
Per quanto riguarda la posizione in classifica, gli è stato chiesto se il 6° posto rispecchia il valore della squadra. Lui risponde: «Questo è il Milan: quando si arriva a metà marzo in classifica hai quello che ti sei meritato. Potenzialmente questa squadra secondo me poteva fare qualcosa di più, essere più vicina alle prime, però le cinque davanti hanno giocato meglio o hanno ottimizzato i momenti positivi del loro campionato».
Dopo il pareggio deludente contro il Chievo Verona, ci sono stati gli sfoghi di Christian Abbiati e Ignazio Abate all’indirizzo di quei compagni che non scendono in campo con il giusto atteggiamento. Albertini si schiera con i due senatori del Milan: «Personalmente mi è piaciuto lo sfogo di Abbiati e Abate, ho visto qualcosa del vecchio Milan. Una volta chi gestiva lo spogliatoio aveva un senso di appartenenza unico e chi c’era trasferiva i valori rossoneri ai nuovi arrivati. Il Milan per chi c’era, per me o per chi arrivava non era un punto di arrivo, ma di partenza. Avevamo l’ambizione che non significava solo vincere lo scudetto, perché quello lo può raggiungere solo una squadra»
Per quanto riguarda Sinisa Mihajlovic, l’ex giocatore rossonero non nega di apprezzarlo come allenatore ma anche che si sarebbe aspettato qualcosa di più: «Per me Sinisa è un tecnico di valore, ha imposto con coraggio giovani come Donnarumma o Romagnoli, ma è anche vero che mi aspettavo qualcosa in più sotto il profilo del gioco, una squadra più propositiva, ed è indubbio che il Milan abbia sbagliato delle partite che non doveva sbagliare».
Il comportamento di Silvio Berlusconi non è stato comunque dei migliori verso il serbo, visto che non lo ha sempre sostenuto: «Dal mio punto di vista, però, quando scegli qualcuno e inizi un progetto, bisogna crederci e lavorarci insistentemente. Dico una cosa che mi pare esemplificativa di questo momento storico del Milan: tutto è contagioso, la confusione genera confusione».
Infine Albertini fa una considerazione importante inerente al futuro del Milan, che non dipende dalla permanenza o meno dell’attuale tecnico ma da ben altro: «Secondo me qua non bisogna parlare di Mihajlovic sì o no, chi o meno al suo posto. Il discorso va oltre l’allenatore, il discorso è: qual è il progetto? Non ci sono certezze né in campo, né fuori.».
Redazione MilanLive.it