Dopo la vittoria contro il Torino si parlava di un Milan che poteva andare persino in Champions, adesso in seguito alla sconfitta contro il Sassuolo e al pareggio contro il Chievo Verona è addirittura in discussione la qualificazione all’Europa League. Sono bastate due giornate per passare dalle stelle alle stalle.
Non eravamo diventati fenomeni prima e non siamo diventati brocchi ora, semplicemente la realtà del Milan è quella di una squadra da 5°-6° posto. Silvio Berlusconi, probabilmente mentendo anche a se stesso, da mesi ripete che l’organico è attrezzato per conquistare il terzo posto e nel farlo ha pure citato pure la presenza di campioni (solo per lui) come Mario Balotelli, Kevin-Prince Boateng e Jeremy Menez. In realtà si tratta della solita strategia comunicativa volta ad incolpare l’allenatore di turno per non essere stato in grado di guidare il gruppo verso l’obiettivo, utopistico, che era stato fissato.
Si sa, al Milan non è mai colpa del presidente. E’ sempre colpa degli altri e raramente qualcuno si azzarda a metterlo di fronte alle proprie responsabilità. Lesa maestà. Sia chiaro, contro Sassuolo e Chievo Verona non è sceso in campo Berlusconi e pertanto le colpe dei passi falsi sono da imputare principalmente ai giocatori. Però dopo quasi due mesi tutto sommato positivi, evidentemente la squadra è scoppiata perché fisicamente e mentalmente non regge più come prima. C’è parecchio nervosismo. Sinisa Mihajlovic non ha i ricambi adeguati per rimpiazzare quei titolari che avrebbero bisogno di riposare. La coperta è corta, lo ribadiamo da tempo. Chi subentra, compresi i campioni menzionati da Berlusconi, non è in grado di dare la scossa necessaria.
Il gruppo si è sempre detto unito attorno al proprio allenatore e lo ha dimostrato a lungo nei fatti, però a Verona qualcosa non è filato per il verso giusto e sia Ignazio Abate che Christian Abbiati hanno denunciato l’atteggiamento sbagliato di alcuni compagni. Il dovere del Milan adesso è quello di ritrovare compattezza in vista dell’impegnativa sfida di San Siro contro la Lazio. Il rischio è quello di prendere una brutta deriva e di mettere a repentaglio anche il sesto posto. La squadra vista nelle ultime due partite sembrava quella di inizio stagione, quando puntualmente veniva regalato un tempo o più all’avversario. Serve cambiare rotta al più presto.
Sicuramente le continue voci sul futuro di Mihajlovic non sono di aiuto. Se i giocatori credono in lui e ne chiedono la conferma, vuol dire che qualcosa di buono il serbo lo sta facendo. Berlusconi aveva criticato i vari Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi anche anche per una gestione non ottimale dello spogliatoio, aspetto sotto il quale invece Sinisa ha compiuto un buon lavoro. Tanti vorrebbero la permanenza dell’attuale mister sulla panchina rossonera, ma va detto che per confermarlo è necessario che la società in toto lo supporti sia con una campagna acquisti adeguata che mediaticamente. Altrimenti si rischia di ripetere l’errore commesso con Massimiliano Allegri, confermato controvoglia ed esonerato qualche mese dopo quando già da tempo era stato delegittimato dal presidente e si sapeva che non sarebbe rimasto. Una delle tante scelte sbagliate degli ultimi anni e che non va ripetuta.
Matteo Bellan (Segui @TeoBellan su Twitter)