La redazione di MilanLive.it ha intervistato in esclusiva Alessandro Antinelli, giornalista sportivo Rai e presentatore della storica trasmissione La Domenica Sportiva, per parlare di Milan.
Già era difficile prima, adesso con la sconfitta contro il Sassuolo diventa utopistico per il Milan pensare al terzo posto?
“Direi di sì. Il k.o col Sassuolo ha fatto venir meno un sogno che era stato giustamente accarezzato dal Milan nel girone di ritorno. Anche perché, dati alla mano, solo Juventus e Roma avevano fatto meglio. Quello di domenica è stato un passo indietro notevole che non può essere motivato solamente dalle assenze di Niang e Montolivo, seppur pesanti. Anche nell’atteggiamento c’è stato un passo indietro che ha fatto arrabbiare Mihajlovic. La squadra non è matura per la Champions e questo Sinisa lo sapeva da prima, però gli ultimi risultati avevano fatto intendere che fosse fattibile“.
Il Milan dopo 20-25 minuti discreti è crollato, in particolare in seguito al gol di Duncan. Come si può spiegare ciò?
“Il fatto che non ci fosse lo sviluppo del gioco con Niang che dava verticalità alla manovra ha pesato tanto. La squadra nelle ultime nove partite aveva trovato degli automatismi basati sulle ripartenze. Ha pesato meno l’assenza di Montolivo, perché Bertolacci comunque il suo lo ha fatto. Contro il Sassuolo il Milan è stato messo a nudo per quelli che sono i suoi limiti, quando perde determinati punti di riferimento va in difficoltà“.
Sinisa Mihajlovic è stato messo ancora in discussione. Come giudichi il suo operato finora? Merita la conferma?
“Per quello che ha fatto vedere la conferma se la merita tutta. Poi se non verrà confermato perché non piace al presidente, è un altro discorso. Sinisa è riuscito a trovare l’assetto tattico giusto, non focalizzandosi su un solo modulo. Ha dimostrato di essere un bravo allenatore, uno da Milan. Poi è chiaro che c’è sempre di meglio…”
Per la sua sostituzione si sono fatti i nomi di Di Francesco e Donadoni. Quale può essere il tecnico ideale per il Milan?
“Non è facile da dire. Bisogna capire quelli che sono il progetto, il budget e le aspettative. Prima si definiscono queste cose e poi si sceglie l’allenatore. Se il concetto è ‘Il Milan ai milanisti’, Donadoni è un profilo giusto. Ma lo è a prescindere, perché ha esperienza e fa giocare bene le sue squadre. Ciò che sta facendo a Bologna è sotto gli occhi di tutti. Può essere un candidato ideale per il Milan“.
Silvio Berlusconi ha più volte ribadito di ritenere che il Milan fosse una squadra da Champions, però nei fatti abbiamo visto che non è così. Ci sono stati degli errori da parte della società nel costruire la squadra?
“Si poteva operare meglio. L’investimento Bacca è stato giusto, su Romagnoli e Bertolacci magari si può discutere. Ma Romagnoli è un giocatore di assoluta prospettiva ed è il centrale giovane più forte in circolazione. Bertolacci è stato sfortunato, ha avuto degli infortuni e lo metto nella categoria dei non giudicabili. La realtà è che comunque la rosa di Inter, Roma, Napoli e Juventus sono superiori. Se il Milan dovesse arrivare terzo, sarebbe un miracolo fuori dalla logica di quelli che sono gli organici. Anche la Fiorentina è ben attrezzata e il Milan può stare allo stesso livello, ma le altre sono superiori“.
Dopo il mercato di gennaio Mihajlovic si è ritrovato con due soli esterni, Bonaventura e Honda. Non si doveva intervenire meglio?
“Hanno considerato che Niang poteva giocare in fascia e idem Menez, anche se poi sono stati impiegati da seconde punte. Gli innesti di Balotelli prima e di Boateng poi hanno dato poco. Sono due giocatori di nome che hanno però dato zero. Lì si potevano fare altre scelte, li hanno presi perché erano affari quasi a costo zero“.
Balotelli va ancora aspettato oppure è ormai una causa persa?
“Contro il Sassuolo ha avuto impatto zero, non è mai entrato nell’area piccola e non ha mai calciato in porta. I problemi fisici ormai li ha risolti, ciò azzera tutti i suoi alibi e comincia a preoccupare. E’ sempre stato considerato un grande talento, però ad oggi è un giocatore fallito. Le occasioni le ha avute, ma è un giocatore che non c’è più. Nel momento in cui hai delle chance, anche grazie all’infortunio di Niang, devi tirare fuori tutto quello che hai. Oggi sembra una causa persa, poi il talento è sempre e potrebbe sbocciare un giorno. Il Milan dovrebbe comunque rispedirlo a Liverpool“.
In caso di mancato accesso alla Champions League e di naufragio definitivo della trattativa con Mr. Bee Taechaubol, i tifosi del Milan dovrebbero preoccuparsi dell’eventuale cessione di alcuni giocatori importanti?
“La vendita del 48% delle quote del club sta diventando un mistero, il Milan cerca qualcuno che sia seriamente interessato e se trova qualcuno che può immettere subito denaro fresco può fare un certo tipo di campagna acquisti, creando una squadra che possa andare in Champions. Se non entrano nuovi soci, la questione non è chi va via, ma fare con quello che si ha e puntare magari sui giovani italiani di prospettiva. Cominciare quindi a lavorare su di loro e sul vivaio avviando un progetto che può andare dai 3 ai 5 anni, che per i tifosi può anche essere amaro, ma è un progetto sano sia economicamente che dal punto di vista dell’immagine. Le strade sono queste due“.
Matteo Bellan (Segui @TeoBellan su Twitter)