Dal Sassuolo al Sassuolo, un girone che ha cambiato le vicende del Milan ed il destino di Sinisa Mihajlovic, allenatore che deve avere una tenacia ed un carattere d’acciaio per poter reggere a tutti gli sbalzi d’umore della piazza rossonera e dei piani alti di Arcore. Eppure, come sostiene oggi la Gazzetta dello Sport, ad ottobre scorso prima della gara contro il Sassuolo in casa, il suo Milan sembrava già sull’orlo del baratro più totale.
I rossoneri venivano dal flop clamoroso interno con il Napoli e da un pareggio deludente a Torino, senza scordarsi anche la sconfitta nel derby amichevole del Trofeo Berlusconi che fece infuriare il patron stesso, il quale ha sempre tenuto molto alla coppa dedicata al padre. Tutto faceva presagire che il futuro di Mihajlovic sulla panchina del Milan fosse ormai scritto e breve; bastò però rimescolare le carte in tavola, scegliendo Gigio Donnarumma a soli 16 anni come nuovo portiere titolare, cambiando il modulo e cominciando a puntare sul 4-4-2, per avere la meglio del Sassuolo e cominciare una lenta ma significativa scalata.
Un girone intero dopo, Mihajlovic è chiamato ancora a vincere obbligatoriamente, ma stavolta non per salvare il posto in panchina, bensì per coltivare ancora i sogni di gloria e di Champions League, per continuare un andamento che da otto partite consecutive vede il Milan imbattuto, con una difesa di ferro e con un Carlos Bacca come cecchino conclamato. Il diavolo ha cambiato faccia e pelle, da quello docile ed impaurito di ottobre scorso ad una macchina da guerra concreta e combattiva come quella di oggi.
Redazione MilanLive.it