Milan sempre più squadra, ma non bisogna mollare

Milan Torino
Milan-Torino (©Getty Images)

C’è stato più di un momento nel corso della stagione nel quale abbiamo pensato che avremmo replicato le due fallimentari annate precedenti. La squadra in campo non c’era né mentalmente e neppure fisicamente, Sinisa Mihajlovic non sembrava riuscire a trasmettere la sua grinta e la sua voglia di lottare ai giocatori.

Ma a distanza di qualche mese ci ritroviamo con un Milan che è una vero team, come ha detto anche Keisuke Honda. Tutti combattono e si aiutano, il collettivo viene prima del singolo e il mister è senza dubbio l’artefice maggiore di questa rinascita rossonera. Il bel gioco ancora non c’è, anche se alcune trame apprezzabili si vedono a tratti,  e probabilmente non lo vedremo mai, però ciò dipende dal non elevato tasso qualitativo di alcuni interpreti del centrocampo e non smetteremo mai di dirlo a chi critica la manovra del Milan. Silvio Berlusconi in primis.

Contro il Torino è arrivata una vittoria sofferta, contro un avversario che è sceso in campo fin dal primo minuto con la voglia di fare risultato e che probabilmente non avrebbe neppure meritato di perdere viste le diverse occasioni create. Ma il calcio è anche questo. Il Milan ha saputo soffrire e vincere allo stesso tempo; ciò aiuta molto nel processo di crescita e Ignazio Abate giustamente lo ha sottolineato nel post-partita, aggiungendo che non bisogna affatto montarsi la testa e che serve invece andare avanti dando il massimo. Già, perché ancora la stagione non è finita e si sta poco per ritornare dagli elogi alle critiche. Adesso c’è una finale di Coppa Italia da conquistare e poi dovremo affrontare altri match di campionato ostici, anche se il calendario sulla carta sembra tutto sommato favorevole.

Fin dall’inizio abbiamo ritenuto questo Milan più da Europa League che da Champions, sia per il valore dell’organico rispetto a quello di alcune concorrenti e sia perché a Mihajlovic sarebbe servito del tempo per riuscire a metterlo sui giusti binari. Rimaniamo coerenti con quella valutazione, però al tempo stesso invitiamo i giocatori a crederci fino alla fine nel terzo posto. Bisogna sempre essere ambiziosi e non accontentarsi. Se poi Champions non sarà, non avremmo nulla da rinfacciare loro in merito.

 

Matteo Bellan (segui @TeoBellan su Twitter)

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