Dall’anonimato all’essere protagonista basta davvero un attimo nel calcio di oggi. A Cristian Zapata sono voluti solo 90 minuti, intensi ed ai limiti della perfezione, per tornare ad essere un leader difensivo vecchia maniera. Il centrale del Milan, lanciato dal 1′ minuto contro il Napoli, non ha tradito le attese, anzi, ha superato qualsiasi pronostico ottimista nei suoi confronti sfoggiando una prestazione sicura e degna della sua maglia, frenando Gonzalo Higuain e costringendolo ad un’altra giornata di dieta da gol.
La Gazzetta dello Sport ripercorre la carriera in sali-scendi di Zapata, talento purissimo cresciuto in patria nel Deportivo Calì, notato dall’Udinese e portato in Italia nel 2005, fatto svezzare da un vecchio maestro come Giovanni Galeone ed esploso sotto la guida di Francesco Guidolin in Friuli. Un anno in Liga, al Villarreal, non proprio indimenticabile ed il ritorno in Italia, al Milan, con l’ingrato compito di sostituire due fenomeni come Thiago Silva ed Alessandro Nesta, i quali nell’estate 2012 lasciarono il club rossonero per differenti motivi.
Zapata non ha mai convinto appieno il pubblico rossonero, alternando prestazioni ottime e sicure a sbavature colossali. Anche all’inizio di questa stagione, quando chiamato in causa, ha tradito un pochino. Meglio di recente, già tra i migliori a Palermo ed ora straripante contro il Napoli. Il Milan ora può pensare seriamente di trattenerlo, di blindarlo come alternativa di lusso in difesa. Che a 30 sia davvero arrivato il suo momento d’oro?
Redazione MilanLive.it