Milan, Sacchi: “Berlusconi assorbito dalla politica. Galliani fantastico”

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi (©Getty Images)

Arrigo Sacchi è stato il primo allenatore vincente dell’era Silvio Berlusconi al Milan. Una scommessa, dato che veniva dal Parma, ma vinta al 100%. Nel suo palmares ci sono 1 Scudetto, 1 Supercoppa Italia, 2 Coppe Campioni, 2 Supercoppe Italiane 2 Coppe Intercontinentali.

L’ex commissario tecnico della nazionale ha così parlato dell’avvento di Silvio Berlusconi al Milan: «Il primo dei rivoluzionari. Quando, trent’anni fa, sbarcò nel mondo del pallone, lui era avanti un’era geologica rispetto al resto del mondo calcistico: faceva scelte che erano fuori dalla mentalità ordinaria. Pensava e agiva da imprenditore vero, mentre gli altri erano rimasti artigiani. Quanto capii che voleva davvero portarmi al Milan, gli dissi: lei è un pazzo o un genio».

Oggi il calcio è dominato da chi può effettuare grandi investimenti, cosa che anche Berlusconi fece per anni. Ma Sacchi in merito ha spiegato: «Guardate che Berlusconi, almeno nel periodo in cui sono rimasto io al Milan, ha speso e investito molto meno di tanti altri. Quando comprammo Rijkaard per 5 miliardi, Berti venne trasferito all’Inter per 7,5 miliardi. E con tutto il rispetto, fra i due non c’è paragone. Ancelotti, che tutti davano per finito per gli infortuni a catena che lo avevano colpito, costò 4 miliardi, Donadoni 1,2 e Van Basten arrivò a costo zero perché era in scadenza di contratto».

Per quanto riguarda il calciomercato Sacchi ha raccontato come veniva effettuata la campagna acquisti: «In tema di giocatori decidevo io, ispiravo ogni scelta, ma Galliani era fantastico, un dirigente di alto livello fra i più bravi al mondo. Oggi è ingiustamente criticato e messo alla berlina da alcune frange di tifosi. Ma vi assicuro che in quel Milan non falliva mai il colpo, era capace di arrivare sempre all’obiettivo che ci eravamo prefissati».

A Sacchi infine viene chiesto perché Berlusconi oggi non è in grado di ricostruire un Milan vincente: «L’intero calcio italiano attraversa un momento difficile, il problema della ricerca di capitali stranieri dà l’idea di quanto sia complicato muoversi oggi in questo mondo. Ma il vero problema è che il Berlusconi di quegli anni d’oro aveva la testa al novantanove per cento sul Milan: era il suo primo pensiero. Mi chiamava due volte al giorno e mi dava la precedenza su chiunque. Oggi non è più così e la politica si è presa quasi tutte le sue energie».

 

Redazione MilanLive.it

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