La nota rivista economico-finanziaria americana Forbes ci va giù pesante nel criticare Silvio Berlusconi per quanto riguarda la gestione del Milan.
Nello specifico scrive che mentre il presidente sta cercando investitori per creare una squadra da Champions League e per costruire uno stadio, la popolarità e le finanze del club sanno rapidamente calando soprattutto rispetto alle big europee.
Il recente rapporto Deloitte ha certificato che i ricavi del Milan sono scesi rispetto al 2011 da 215 milioni di dollari a 146 milioni, nonostante l’aumento degli introiti dei diritti televisivi. E anche a livello di social network i colori rossoneri non fanno registrare un trend particolarmente positivo. La crescita rispetto a un anno fa è stata solo del 3%. La Juventus è cresciuta invece del 31%, l’Inter del 21%. Su Twitter l’incremento è stato del 29%, invece per Juventus e Inter del 50% e 45%.
Deloitte evidenzia che il club rossonero è uscito dalla top della classifica del club per fatturati, chiamata Football Money League. E per quanto riguarda la stagione 2014/2015 è sceso dalla 12esima alla 14esima posizione facendo registrare un calo dei ricavi da circa 50,6 milioni di euro dovuto alla mancata partecipazione alla Champions League, che nel 2013/2014 ha garantito 39,7 milioni. Il Milan per due anni è rimasto fuori dalle coppe europee, arrivando pure decimo nella scorsa stagione. Adesso la squadra è sesta e ha prestato Stephan El Shaarawy alla Roma con la possibilità di incassare 14 milioni di euro tra cinque mesi. Su Forbes si legge pure che è diventato triste che un club così blasonato sia stato pure preso in giro per la vendita del pullman, decisione presa per ridurre i costi.
Il giornalista della rivista statunitense scrive che Silvio Berlusconi si aspettava di risolvere i problemi cedendo il 48% del Milan all’uomo d’affari thailandese Bee Taechaubol. Lo stesso Mike Ozanian ribadisce, però, che già in passato aveva dichiarato che Mr. Bee non aveva i soldi per prendere quelle quote azionarie e che avrebbe cercato altri investitori cinesi. E intanto Berlusconi continua a giocherellare, con l’accordo di giugno che è diventato di novembre, fino ad oggi in cui sembra essere tornati ancora indietro.
Redazione MilanLive.it