Queste alcune delle dichiarazioni rilasciate da Gianni Rivera dal palco dell’Auditorium “Piero Calamandrei” durante la presentazione della sua autobiografia: “Ho solo scritto qualcosa della mia vita, poi mia moglie ha messo insieme tutti i pezzi. Noi volevamo pubblicarlo in questo modo, volevamo raccontare non solo il calcio, ma anche la vita. Ho deciso di premiare il lavoro di mia moglie, per tre anni ha catalogato tutta la documentazione, poi per altri tre anni ha costruito il libro stesso. Sono nato con la passione del calcio e ho avuto la fortuna di realizzare la mia passione. Tutto deriva da mio padre che aveva una gran passione per il calcio e me l’ ha tramandata”.
Poi, riporta acmilan.com, racconta i suoi provini con Alessandria prima e Milan poi: “Il momento più bello della mia giornata è quando potevo tirare due calci a un pallone, o con amici o anche da solo. Andai al provino per l’ Alessandria con il vestito della domenica, dovevo andare alla festa del paese poi mio padre convinse mia madre, e mi presentai vestito cosi. Il provino al Milan lo feci a Linate, dovevo giocare con la prima squadra che aveva una partitella di allenamento, ero preoccupato perchè avevo solo un paio di scarpe e siccome era fine stagione le scarpe erano consumate e sentivo il dolore dei tacchetti sotto il piede, ero preoccupato ma non dissi nulla, misi le scarpe e andai in campo, con la paura di poter far male per il dolore, per fortuna ha iniziato a piovere e il terreno si è ammorbidito. Liedolm e Schiaffino andarono in sede e dissero di prendermi subito. Prima della finale di Madrid, eravamo in ritiro, saliamo sul pullman per andare allo stadio e a differenza del solito andammo senza ascoltare la radio. Quando arrivammo disse andiamo, chi ha paura resti qua e si sedette. Con quella battuta ci ha dato gran coraggio”.
Redazione MilanLive.it