Oggi sarà una giornata campale per il futuro del Milan e delle quote societarie tanto chiacchierate negli ultimi mesi. In Cina è previsto l’incontro tra Bee Taechaubol, primo interlocutore della cordata asiatica interessata a divenire partner di minoranza nel club, e dirigenti Fininvest in trasferta. L’intento è dare un’accelerata alla trattativa che avrebbe dovuto vedere la fine positiva già da tempo, entro il 2015, ed invece si sta prorogando senza trovare una scadenza ideale.
I rappresentanti della società di Silvio Berlusconi oggi verranno a conoscenza in quel di Shenzhen dei nomi facenti parte della cordata, i personaggi decisivi per l’acquisizione del 48% delle quote rossonere. Si valuterà così la reale fattibilità dell’affare e se Mr.Bee ha realmente a disposizione il capitale da 480 milioni di euro promesso già da tempo utile per entrare a far parte in prima persona del mondo Milan. Solo in caso di un clamoroso dietrofront di Bee, la società milanista potrebbe prendere in considerazione l’inserimento del colosso e-commerce Alibaba, sempre di matrice cinese.
Intanto, come spiega la Gazzetta dello Sport, Silvio Berlusconi preferisce le sue classiche barzellette sull’estremo oriente, come quella del sindaco leghista che fa di tutto per non concedere la cittadinanza italiana ad un cinese tramite un esame sui proverbi nostrani. «Cielo a pecorelle…». E l’esaminando completa: «Pioggia a catinelle…». «Tanto va la gatta al lardo…». Pronta la risposta: «Che ci lascia lo zampino…». E ancora: «Can che abbia…». E qui il cinese cade. Più che «non morde» conclude a modo suo: «Can che abbaia, poco cotto o cotto male…». Ma la volontà di concedere la ‘cittadinanza’ alla cordata di Bee è tanta.
Redazione MilanLive.it