Se c’è una e una sola maglia che identifica un vero e proprio fuoriclasse, è la 10. E i fuoriclasse con quel numero, al Milan, non sono proprio mancati. Da Clarence Seedorf a Zvonimir Boban, da Ruud Gullitt a Nils Erik Liedholm, da Dejan Savićević a Rui Costa. Ma se c’è un calciatore che si è contraddistinto da tutti gli è altri, quello è sicuramente Gianni Rivera. Campione indimenticabile, d’altri tempi. Con la maglia rossonera, rigorosamente numerata con il 10, ha giocato 658 gare, segnando 164 gol e vincendo 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe delle Coppe, 1 Intercontinentale, 3 scudetti e 4 Coppe Italia).
Oggi, la stessa 10, è vestita da Keisuke Honda, e in precedenza da Kevin–Prince Boateng. Con tutto il rispetto, due calciatori nemmeno paragonabili a quei nomi sopra citati, meno che meno allo stesso Rivera. E partendo da qui, come riporta l’edizione odierna di La Repubblica, l’Associazione dei piccoli azionisti del Milan si prepara a formulare una richiesta in occasione della presentazione dell’autobiografia di Rivera: il ritiro della suddetta maglia. La richiesta, però, potrebbe non essere accettata dalla società di via Aldo Rossi, anche a causa dello scarso feeling fra l’eterno campione e Silvio Berlusconi.
Attualmente, le maglie ritirate sono quelle (altrettanto storiche) di Franco Baresi e Paolo Maldini. La 6 fu ritirata nel 1997; la 3, invece, nel 2009, e potrà essere indossata in futuro solo dai due figli di Maldini. Per quanto riguarda la 10, il 2016 viene considerato l’anno giusto. Ricorre, infatti, il cinquantenario della prima fascia da capitano di Rivera (4 settembre 1966, Pisa-Milan di Coppa Italia).
Redazione MilanLive.it