In questi primi 4 mesi al Milan, Sinisa Mihajlovic ha provato parecchi moduli. Il primo è stato il 4-3-1-2, con il trequartista alle spalle delle due punte che dovevano essere Luiz Adriano e Carlos Bacca. Il rendimento dei due lì davanti era buono, con l’intesa che cresceva di partita in partita. Ciò che preoccupava il mister però era l’equilibrio della squadra, spesso sbilanciata in avanti e poco attenta in fase di non possesso, e soprattutto il ruolo del trequartista. In rosa non c’è un trequartista di ruolo (eccetto Menez che potrebbe farlo, ma era indisponibile a causa di un infortunio): gli esperimenti con Bertolacci e Bonaventura non hanno reso come sperava e dunque si è optato per un altro cambio di modulo.
Si è passati al 4-3-3, principalmente per i numerosi infortuni accorsi agli attaccanti. Disponibili restavano solo Bacca e Luiz Adriano, i quali nonostante stavano cominciando a trovare la giusta intesa, non avrebbero potuto giocare assieme se non nei minuti finali visto che non erano a disposizione altre prime punte oltre a loro.
Messo da parte anche questo modulo però, non tanto per gli scarsi risultati ottenuti, quanto per il rientro di M’Baye Niang in avanti e per la mancanza di gioco a centrocampo.
Ultimo modulo provato è stato il 4-4-2 che pare dia maggiori garanzie e destinato a ‘durare’ per parecchi mesi in avanti. Sin qui le prestazioni e i risultati del Milan non sono stati straordinari, ma non è arrivata nemmeno una sconfitta nelle ultime 6 partite (Coppa Italia compresa). Non è da escludere però che i rientri di Jeremy Menez e Mario Balotelli, compreso il ritorno di Kevin-Prince Boateng, possano costringere il tecnico ad un nuovo cambio di formazione.
I deludenti pareggi contro Carpi e Hellas Verona hanno lasciato l’amaro in bocca alla squadra e ai tifosi, in quanto vincendo queste due partite, i rossoneri si sarebbero trovati vicinissimi alla vetta: a pari punti con la Roma e a meno 4 dall’Inter capolista.
Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it