Ex Milan, Pincolini: “Stop alle palestre nel calcio. Bisogna tornare ai vecchi metodi”

Vincenzo Pincolini
Vincenzo Pincolini al Milan (foto Gazzetta.it)

Da parecchi anni a questa parte, uno degli argomenti più discussi in Italia riguarda la preparazione atletica dei club di Serie A. In campo europeo, soprattutto negli anni precedenti, era palese la differenza fra le squadre nostrane e quelle degli altri maggiori campionati del vecchio continente. Ultimamente le cose sembrano migliorate: la Juventus della passata annata ne è una validissima prova. Per fare chiarezza sulla situazione, la Gazzetta dello Sport ha intervistato Vincenzo Pincolini, preparatore atletico del Milan di Arrigo Sacchi.

Uno dei “misteri” riguarda sicuramente Alexandre Pato. L’attaccante ex Milan è passato da fuoriclasse a lungodegente in pochissimo tempo: una sequela di infortuni muscolari incredibili che lo hanno tartassato e torturato fino a costringerlo a ricominciare da zero, cioè dal Brasile. Il parere di Pincolini: “Nel calcio, ma pure nella pallavolo o nel basket, hanno iniziato a scimmiottare quello che avviene nelle palestre. Così, a una generazione di preparatori provenienti dall’atletica, se ne è sostituita una che arrivava dal fitness. A fine Anni 90 si diffuse l’elettrostimolazione, allo scopo di aumentare il volume muscolare degli atleti: fu un errore gravissimo. Lo sport non c’entra niente col culturismo“.

Ma non va condannato lo strumento palestra, ma l’uso che se ne fa: “La palestra la usavo anch’io ai tempi del Milan, ma solo per aiutare e completare lo sviluppo armonico del fisico. Le macchine possono essere utilizzate in riabilitazione, il problema nasce quando le adoperi per insistere e lavorare solo su una fascia muscolare trascurando le altre“.

Come si può migliorare la situazione? Per Pincolini c’è solo un rimedio: “Tornando alla care, vecchie ripetute in salita, che rappresentano l’esasperazione della corsa, però gravata di un carico. Tornando ai balzi a destra e a sinistra, un esercizio che ha quindi componenti dinamiche e di coordinazione, a differenza della pressa, che sta su un binario e va in una sola direzione. Torniamo ai gradoni dello stadio fatti di corsa in salita e camminando in discesa per evitare sovraccarichi. Alla palla medicinale lanciata a due braccia dal petto verso il compagno: è un esercizio che mette in azione quasi tutti i muscoli del corpo. La macchina da palestra lavora soltanto su un muscolo o un gruppo di muscoli. Sono cose risapute negli ambienti scientifici. Non dovremmo neanche stare a parlarne”.

Redazione MilanLive.it

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