Solo otto presenze con il Milan. Massimiliano Allegri, Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi: nessuno dei tre è riuscito a tirare fuori il vero Riccardo Saponara, quello che stiamo nuovamente ammirando da quando è tornato a vestire la maglia dell’Empoli. In estate si è parlato tantissimo di lui e di un possibile trasferimento a Napoli per seguire il maestro Maurizio Sarri. Il club toscano non ne ha voluto sapere: ma se dovesse continuare così, l’addio a fine anno sembra ormai inevitabile. Un’altra stagione in un club come l’Empoli non può far altro che aiutarlo a crescere sia dal punto di vista tecnico che psicologico, così da poter compiere finalmente il grande passo.
L’esperienza con il Milan non è stata delle migliori, certo, ma non va del tutto dimenticata. Avere la possibilità di giocare con la maglia rossonera è sempre un’avventura indelebile, soprattutto per un calciatore giovane come Saponara. E lo conferma lui stesso ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Era uno step necessario della mia carriera e non rinnego neanche una lacrima di quelle che versai. Mi aveva preso la squadra per cui tifavo sin da bambino: altro che lacrime sprecate, fra le più sentite della mia vita“.
E poi, quel destino così incredibilmente imprevedibile: “Se quando ero al Milan non mi fossi infortunato al ginocchio non sarei tornato a casa a fare la riabilitazione, non avrei visto per 3-4 sere di fila Giulia che è di Forlì come me, alla quinta non avrei preso coraggio per andarci a chiacchierare in un bar e oggi non staremmo insieme“. Saponara riesce a vedere del positivo in un’esperienza che dall’esterno si può vedere solo negativamente per come è andata.
Redazione MilanLive.it