La Gazzetta dello Sport apre quest’oggi analizzando l’impianto tattico e strategico del Milan, soprattutto per quanto riguarda le gare casalinghe a San Siro. La formazione rossonera ha deluso contro l’Atalanta, non riuscendo a mostrare un gioco rapido e limpido adatto alle proprie qualità, soffrendo e rimanendo persino schiacciato dalla pressione avversaria. Un problema, quello della costruzione offensiva, che emerge soprattutto in casa contro le cosiddette provinciali.
L’arma migliore di questo Milan sembra essere il contropiede, ovvero giocare con la coperta molto corta, baricentro basso e via di ripartenze velocissime, come è stato a Roma contro la Lazio, dove i rossoneri non hanno imposto sempre il proprio gioco palla a terra, bensì si sono schierati aspettando l’errore degli avversari per andare a far male nelle praterie lasciate per Bacca e Cerci. Troppo poco come soluzione e Sinisa Mihajlovic sta studiando due moduli per evitare questa ossessione.
Il primo è il solito 4-3-3, ma con dettami differenti da quelli attuali: la squadra deve girare attorno a Riccardo Montolivo mantenendo la propria compattezza e solidità. Due terzini abili a spingere con costanza e la prima punta, di solito Bacca, non dovrebbe mai essere lasciata isolata in balia degli eventi. L’altro è il passaggio ad un 4-4-2 più consistente in fase d’attacco, visto che Luiz Adriano non può restare sempre fuori e che con il rientro di Balotelli e Niang possono aumentare le opportunità per Mihajlovic nel tandem offensivo.
Redazione MilanLive.it