Milan, l’importanza di Bonaventura: l’analisi tattica

Giacomo Bonaventura
Giacomo Bonaventura (Getty Images)

“Contro l’Atalanta sarà la gara più importante d’inizio stagione”, così aveva parlato Sinisa Mihajlovic nella conferenza stampa alla vigilia di Milan-Atalanta. Nel post-partita invece: “E’ un punto guadagnato, non siamo stati li stessi della vittoria contro la Lazio”. A distanza di un giorno cos’è cambiato? E’ cambiato che la squadra non ha risposto come avrebbe dovuto agli stimoli settimanali: i 9 punti ottenuti contro Chievo, Sassuolo e Lazio dovevano invogliare gli 11 scesi in campo e i tre entrati dalla panchina a partita in corso, a ‘mangiarsi’ (calcisticamente parlando) gli avversari.

Invece abbiamo assistito ad un Milan troppo passivo in entrambe le fasi di gioco. Filtro a centrocampo assente, attacco inconcludente e difesa incapace di alzare il baricentro della squadra. Del resto, se il migliore in campo è stato Gianluigi Donnarumma, un motivo c’è: il giovanissimo portiere rossonero ha difeso come meglio non poteva la propria porta (per vedere tutte le sue parate, clicca qui!).

 

Bonaventura-dipendenti?

Ancora Mihajlovic nel post partita: “Non cerco scuse, ma avevamo tre assenze importanti come Alex, Bertolacci e Bonaventura. Guardo il bicchiere mezzo pieno” (per leggere l’intervista completa, clicca qui!). Ed è certo che le assenze hanno penalizzato la squadra, ma in particolare la mancanza di Giacomo Bonaventura è stata quella più importante. La sua presenza in campo, in qualunque ruolo fosse stato schierato, avrebbe ribaltato in maniera importante il match. Il calcio è tutt’altro che una scienza esatta, ergo è impossibile prevedere una vittoria del Milan con Jack in campo, ma certamente i tifosi rossoneri, compreso Silvio Berlusconi sugli spalti, avrebbero assistito ad un gioco diverso. Il suo apporto alla manovra è decisivo: quando riceve palla riesce a far salire la squadra con conseguente indietreggiamento degli avversari. Inoltre, aspetto tutt’altro che da sottovalutare, riesce a consolidare il possesso palla.

 

Analizzando infatti alcuni frangenti della sfida tra Milan e Atalanta, si nota come difficilmente i rossoneri sono riusciti a tenere palla in maniera prolungata. Quando il pallone arrivava sugli esterni, da Niang o Cerci, entrambi puntavano il diretto avversario (spesso con risultati rivedibili) rinunciando dunque a far girare il pallone. A questi livelli, sono i dettagli a fare la differenza tra una buona prestazione ed una mediocre e al momento questo Milan ancora troppo acerbo dal punto di vista del gioco, non può fare a meno di Bonaventura.

 

Giacomo Giuffrida (profilo Facebook) – Redazione MilanLive.it

 

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