Il profumo di derby ieri sera era inebriante, preponderante, tra le fila del Milan. Quando si gioca contro un avversario che è stato rivale storico e dà automaticamente motivazioni maggiori, si può letteralmente cambiare atteggiamento. In positivo. Così è stato ieri sera per gli ex romanisti scesi in campo all’Olimpico con la maglia del Milan, contro quella Lazio che in passato o a livello personale vuol dire derby e rivalità cittadina. La Gazzetta dello Sport ha elogiato tre rossoneri decisivi in tal senso.
Andrea Bertolacci ad esempio è un figlio di Roma, cresciuto nella squadra giallorossa e tifoso romanista. Non ha mai giocato una stagione con la sua squadra del cuore in Serie A, ma sfidare la Lazio, già ai tempi del Genoa, ha un significato particolare. Ieri, infortunio a parte, è stata la sua gara da rilancio, 35 minuti giocati con intensità e impreziositi dal gol che ha spaccato la partita, inserimento vincente e meritato. Ma niente in confronto a Philippe Mexes, sette anni nella Roma e poco amato dai tifosi laziali. Un gol al primo pallone toccato nella sua stagione, una leadership indiscussa e motivazioni alle stelle.
Da non dimenticare anche la prova di Alessio Cerci, altro ex canterano di Trigoria, che in due partite vinte con il Milan si è finalmente guadagnato applausi e stima dei propri tifosi. Qualità, velocità e un palo che ancora grida vendetta per l’ex stella granata che ormai è un inamovibile titolare nel 4-3-3 di Mihajlovic. Ecco, mister Sinisa ha invece un passato laziale importante, con ben 7 trofei conquistati in maglia biancoazzurra, eppure ieri la sua gioia al fischio finale dopo il 3-1 è stata al di fuori di ogni bandiera o nostalgia.
Redazione MilanLive.it